Il colore giallo è molto familiare al cinema italiano e siciliano e a tal proposito in questi giorni è stato dato alle stampe il nuovo lavoro dello storico del cinema e critico cinematografico Antonio La Torre Giordano. Un volume su un tema inedito: “quando, come e perché nasce il giallo, sono solo tre delle tante domande che nelle sue pagine trovano delle risposte”, scrive a proposito Enrico Magrelli, giornalista RAI e autore televisivo e radiofonico, che ne ha curato la prefazione.
Stiamo parlando del volume "Cinema protogiallo italiano. Da Torino alla Sicilia, la nascita di un genere (1905- 1963)" (Edizioni Lussografica, 2022), volume che ricompatta le origini del cinema giallo italiano indagando dalle origini del muto fino alla nascita formale del genere, avvenuta nel 1963 con il film La ragazza che sapeva troppo (1963) di Mario Bava. È il tempo del policentrismo produttivo e le case di produzione sono sparse nelle maggiori città italiane, cominciando da Torino con la Itala Films, Rossi & C., Aquila Films, S.A. Ambrosio, ma anche la Milano Films, la Cines di Roma, la Vesuvio Films di Napoli e la Lucarelli Films di Palermo, solo per citarne alcune. Un particolare approfondimento è dedicato ai film gialli prodotti, girati o ambientati a Palermo, Catania e tutta la Sicilia, come i muti La cassaforte n. 8, La regina della notte, Profumo mortale, La danza del diavolo e La coppa avvelenata, prodotti dalla Lucarelli Films di Palermo e dalla Etna Film di Catania; e poi I cavalieri dalle maschere nere, noto anche col titolo I Beati Paoli, di Pino Mercanti e drammi polizieschi girati in Sicilia da Pietro Germi, come In nome della legge e Gelosia.
Un focus originale puntato su cinquant'anni di cinema che possiede gli stilemi seminali del giallo-poliziesco, provenienti dalla letteratura italiana e straniera. Il fenomeno produttivo riguarda tutto il Paese, dalle prolifiche produzioni di Torino a quelle di Palermo e Catania, passando per Roma, Milano, Genova, Napoli ed altre città. Enciclopedica e ricchissima di testi e illustrazioni (manifesti, foto di scena, brochure, cineromanzi, flani, etc.), quest’opera di settore ricostruisce l'ossatura storiografica del cinema italiano che contiene i costituenti del giallo, fedeli alla realtà storica, a film “di confine” o ibridi, accostati ad esempi già acclarati. Non viene trascurata la notevole influenza esercitata dalla letteratura giallo-poliziesca che comporrà il suo humus.
Il volume consta di quattro saggi che percorrono in lungo e in largo cinque decadi di cinema Protogiallo, dal 1905 al 1963, schedando 746 film e sceneggiati TV, questi ultimi chiamati in causa perché parte integrante di mezzo secolo di “gestazione” nel grembo cinematografico da cui vedrà la luce il cinema “giallo all'italiana” dal 1963 in poi. Anarchico, rivoluzionario, anche sexy, il genere invaderà il grande schermo e i palinsesti televisivi, in un'ibridazione fertile e contraddittoria, diventando un formidabile generatore di immagini capaci di un “golpe” estetico e narrativo, diventando uno dei tratti distintivi della storia del cinema italiano.
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