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Il Museo dei giocattoli e delle cere Pietro Piraino verso la chiusura?

2019-03-13 11:25

Redazione

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Il Museo dei giocattoli e delle cere Pietro Piraino verso la chiusura?

NEWS BAGHERIA (PA) - Nel cuore del piccolo centro che ha ispirato il film di Tornatore, si cela un t

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BAGHERIA (PA) - Nel cuore del piccolo centro che ha ispirato il film di Tornatore, si cela un tesoro della nostra Isola. Pochi sanno, probabilmente, che il primo museo delle cere al mondo è nato in Sicilia nel 1770, cento anni prima di quelli più celebri di Parigi e Londra: stiamo parlando del "Museo del Giocattolo e delle cere”, che si trova a Bagheria nella splendida villa del ‘700 La Certosa di Palazzo Butera. Il volto simbolo di questa istituzione è quello di Pietro Piraino Papoff, a cui è intitolato il museo, che è ad oggi tra i pochissimi in Italia a praticare ancora l’antica arte della ceroplastica.

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Quella di Piraino è una collezione dall'alto valore antropologico ed artistico, sottoposto a vincoli della sovrintendenza e del ministero, che attualmente è composta da circa 1800 tra giocattoli e bambole, prodotti con diversi materiali, quali porcellana, cera, cartapesta, panno lenci, celluloide, legno, risalenti ad un’epoca compresa tra il 1700 e il 1900. Tra i pezzi più pregiati, alcuni giocattolini in terracotta, rinvenuti nella tomba di una bambina del II sec. a.C., e una pistola giocattolo, proveniente invece da un campo di sterminio nazista. Una sezione è dedicata alle case per le bambole e ai mobili e agli accessori in miniatura, come porcellane ed utensili da cucina ed alcuni abitini. Presenti anche alcuni giocattoli in legno tipici della civiltà contadina siciliana di inizio Novecento: il carrettino, i piccoli Pulcinella, i pupi, le trottole, i fischietti. La collezione di automi presenta al suo interno rari giocattoli meccanici prodotti nell'Ottocento in Francia, Germania, Svizzera e Sicilia, tra i quali: un armonium a mantice, un organo di Barberia a martelletti e campanelli e diversi carillons a dischi, di fabbricazione tedesca. Infine, troviamo anche lanterne magiche, giocattoli scientifici, mentre ampio spazio è dedicato ai giocattoli di latta. Nella sezione dedicata alle cere, invece, sono esposte 100 sculture, opera di artisti siciliani e napoletani del Settecento e dell’Ottocento.

Inizialmente il Museo aveva la sua collocazione a Palermo, poi spostato presso Villa Cutò, sempre a Bagheria, ed infine, da quattro anni e mezzo circa, ha sede nelle splendide sale di questo bene storico che è Villa Certosa di Palazzo Butera, che è stato restaurato con fondi europei e che è di proprietà del comune di Bagheria. All’epoca della sua costruzione, la Certosa di Palazzo Butera era un vero gioiello, nella quale erano presenti cinque piccoli appartamenti, presso i quali venivano ospitati personalità importanti del tempo, poi un salone da ballo con affreschi del Velasco, e al primo piano quello che veniva chiamato "il conventino della certosa", con le sue 12 statue di cera. Nei primi anni del '900 la struttura divenne di proprietà del comune, ma cadde nel degrado a causa del disinteresse e dell’assenza di fondi adeguati. Poco a poco la Villa subì diversi furti, fino a quando, svuotata, divenne deposito di rifiuti. Circa dieci anni fa il Comune riprese in mano la situazione, riuscendo ad aggiudicarsi un finanziamento europeo per un importante restauro della struttura, che ha compreso anche la realizzazione, da parte di Piraino, di una copia delle 12 statue di cera, del tutto simili a quelle dell’epoca, realizzate  al tempo dal maestro ceroplasta Ferretti.

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Da qualche tempo però la manutenzione della Villa, e di conseguenza del Museo, non ricevono le giuste attenzioni e la struttura rischia la chiusura.

Racconta Piraino: «Abbiamo diversi disagi, in questo che è un bene di tutti e che andrebbe salvaguardato e portato come fiore all'occhiello di Bagheria. Qui il Comune neanche fa promozione e non arrivano turisti, è un vero peccato. Questo luogo e la collezione sono patrimonio di tutti, non solo mio, perché permettono di ricordare ai bambini di un tempo le loro radici e di far conoscere ai bambini di oggi i giocattoli e la realtà di ieri. Il gioco è fondamentale nella storia. Dalla preistoria fino agli anni ’50 del secolo scorso il giocattolo era il mezzo di apprendimento per i bambini, di esperienza e quindi di cultura. Dagli anni '50 in poi il giocattolo è diventato un bene di consumo e così è finita la sua funzione educativa».

Tra le sue pregiate attività, il museo vanta anche un laboratorio per il restauro dei giocattoli antichi, di sculture in cera, di presepi e di statue lignee, dove vengono prodotte, ex novo, statue e composizioni in cera, seguendo le antiche tecniche e metodologie della ceroplastica.

I vent'anni di storia della collezione di giocattoli e cere del Museo è raccontata dallo stesso Pietro Piraino in un libro recentemente pubblicato, dal titolo: "Giochi e giocattoli. Storia ed evoluzione”, edito da Edizioni Kalós. 

Non lasciamo che l’incuria e la dimenticanza distruggano alcuni dei più bei tesori che la Sicilia ha da offrire, facciamo in modo che la storia del Museo, e del suo ideatore e maestro, abbiano il risalto che meritano. Non permettiamo che un’istituzione del genere rischi la chiusura.

Per visitare la struttura il museo è aperto dal martedì alla domenica, dalle ore 9.00 alle ore 13.00. Lunedì giorno di chiusura settimanale.

Info e prenotazioni: http://www.museodelgiocattolo.org/ 

Francesca Brancato

©riproduzione riservata

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