La squadra siciliana di rugby che salva i giovani in un quartiere-città dove degrado e criminalità la fannno da padrone. Parliamo dei Briganti di Librino, diventati protagonisti di un cortometraggio, che ha vinto anche un premio.
L’attività dei Briganti è così importante sul territorio da essere diventata protagonista del corto del 2018 “Briganti” regia di Bruno e Fabrizio Urso, produzione Point Nemo Film, realizzato con il contributo della DG Cinema e DGAAP nell’ambito del bando Cineperiferie, corto che oggi è vincitore del premio del progetto. Il 14 ottobre scorso è infatti stato pubblicato, da un canale inglese su YouTube, il video per intero che mostra la straordinaria storia di questa squadra di rugby conosciuta come “I Briganti di Librino”, quartiere satellite della città metropolitana di Catania, noto per essere spesso al centro di fatti di cronaca legati alla criminalità. Nato negli anni sessanta, il complesso edilizio venne progettato come quartiere “modello” dall’architetto giapponese Kenzo Tange. Il progetto inizale dell’arghitetto giapponese prevedeva l’aggregazione alla città etnea di un quartiere autonomo, residenziale, ideale. Già negli anni Settanta, però, tutto venne stravolto e col tempo la parola “Librino” è diventata sinonimo di speculazione edilizia, degrado e criminalità.
Il team di rugby, che è stato istituito come iniziativa di beneficenza nel 2012, per togliere i giovani di Librino dalla strada e aiutare a costruire un senso di comunità in quello che è uno dei quartieri più a rischio della città, ha come motto la frase: “Ama l’ovale e odia il razzismo, tutto muscoli e tutto cervello, mischia fino alla vittoria!”. Nel video, della durata di 14 minuti, strutturato come un'intervista ad alcuni degli allenatori e dei giocatori della squadra, uno dei fondatori dell’associazione afferma: «L'idea era di costruire una filosofia di rivolta contro lo stereotipo di Librino come quartiere-città fatto di illegalità e negatività».
Successivamente, uno dei membri della squadra racconta la sua esperienza: «Prima, quando non praticavo nessuno sport stavo sempre in giro, ora so che, alcuni giorni alla settimana, devo venire in campo e dare tutto me stesso». Negli anni, i Briganti sono stati un mezzo efficace per portare soprattutto i giovani lontano dalla criminalità e sui campi da rugby, dove ora possono incontrarsi e socializzare, nel rispetto del prossimo e della legalità.
Un momento molto emozionante del corto è quando gli allenatori descrivono il rogo della Club house “Giuseppe Cunsolo” dei Briganti, bruciata nel 2018 e ricostruita un anno dopo. Quello che era un messaggio di avvertimento da parte di coloro che si oppongono, tutt’ora, al club e alle sue attività in sostegno della comunità, è diventato un momento di rinascita e rivalsa per la squadra e i suoi collaboratori. I Briganti, infatti, oltre alla squadra maschile e femminile di rugby, in quanto progetto di volontariato a tutto tondo, non propone solo lo sport come alternativa alla malavita di Librino, ma offre alla comunità anche servizi di doposcuola e comodato d’uso di libri per tutti, creando momenti di aggregazione sinceri e pieni di spirito di collaborazione, in una realtà di quartiere dove a farla da padrone, purtroppo, è ancora la criminalità, che però oggi, grazie anche ai Briganti, fa meno paura di ieri.
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