Oggi giovedì 25 marzo 2021 si celebra in tutta Italia il Dantedì, la giornata in memoria di Dante Alighieri istituita nel 2020 dal Ministero della Cultura, in occasione della ricorrenza della morte del Sommo Poeta. Quest'anno, inoltre, si celebrano i 700 anni dalla morte del poeta fiorentino. Per l’occasione, la città di Caltagirone ha preparato un'Infiorata particolare: 1400 gerani e 200 piante di bosso comporranno il profilo di Dante.
L’Infiorata, che sarà visibile dal 25 marzo alla fine di maggio, è esposta lungo la monumentale Scala di Santa Maria del Monte di Caltagirone. Il disegno, realizzato dal dipendente del Servizio Verde pubblico del Comune, Marco De Caro, è in quattro colori (bianco, rosa, rosso e verde) ed è frutto dell’utilizzo di 1.600 piante in tutto. La Scala infiorata fa parte del ricco calendario di manifestazioni (che è possibile seguire in streaming) promosse dall’amministrazione comunale attraverso un’apposita commissione culturale, in collaborazione con le diverse realtà scolastiche e culturali del territorio. Sul sito del Ministero della Cultura, inoltre, è presente un elenco completo delle iniziative promosse in tutta Italia dal Comitato per le celebrazioni del settecentenario. Infine, Roberto Benigni leggerà in diretta dal Quirinale il V Canto dell’Inferno, secondo la tradizione della Lectura Dantis, risalente a Boccaccio, andando in onda in prima serata su Rai 1. Alle iniziative del Comitato e della Rai, poi, si sommano quelle promosse dalle università di tutta Italia, tra le quali ricordiamo i due seminari promossi dall’Università di Catania: “Dante e Robert Bruce” e “Dante fra celebrazione e controversia“. Entrambi gli incontri sono online e visibili gratuitamente tramite la piattaforma Microsoft Teams.
Ma quale fu il rapporto del "Sommo Poeta" con la Sicilia? Nella Divina Commedia, l’isola viene rievocata, nell'VIII Canto del Purgatorio, in una maniera così completa e sublime, che qualcuno ipotizzò addirittura un viaggio del Poeta per la trinacria. Tuttavia, si trattò solamente di uno studio appronfondito delle fonti letterarie antiche, dal quale Dante ha tratto le sue conoscenze sul nostro territorio. Evidenti nella Commeia dantesca i riferimenti al vulcano Etna, già raccontato da Virgilio suo compagno di viaggio nell'aldilà e "Sommo Vate". La prima menzione arriva nel canto di Capaneo, il XIV dell’Inferno, dove il vulcano viene citato come casa dei ciclopi che stanno “in Mongibello a la focina negra”; poi nel canto XIX del Paradiso, dove sono visibili le influenze di Ovidio e Stazio: “Vedrassi l’avarizia e la viltate / di quei che guarda l’isola del foco, / ove Anchise finì la lunga etate”. Altrettanto importante il riferimento che Dante fa a Scilla e Cariddi, forze opposte in eterna lotta, rievocando secoli di miti e leggende. È il caso del VII Canto dell’Inferno: “Come fa l’onda là sovra Cariddi, / che si frange con quella in cui s’intoppa”, che ricorda uno scenario già raccontato da Virgilio, Ovidio e Lucano. Poi ancora Siracusa e Agrigento, Syrakousai e Akragas, i centri più importanti della Sicilia greca, che fanno entrambe la loro comparsa nella Commedia. Legata a Siracusa è la tirannide di Dioniso, citata nel XII Canto dell’Inferno: “Quivi si piangon li spietati danni; / […] e Dïonisio fero”; poi un riferimento alla tradizione filosofica siciliana, rappresentata da Empedocle, il quale viene posto nel Limbo – nel IV Canto dell’Inferno – a causa della sua nascita in età precristiana: “Sentisse amor, per lo qual è chi creda / più volte il mondo in caòsso converso”.
Oltre alla Divina Commedia, numerosi sono i riferimenti che Dante fa alla lingua di poeti Siciliani nel De vulgari eloquentia, opera dove il poeta riflette sulla vera essenza della lingua italiana. Un discorso analogo possiamo farlo anche se prendiamo ad esempio le riflessioni dantesche sulla politica. Dante, infatti, ammirava la corte di Federico II e quella di Manfredi, partendo dal presupposto che, il regno meridionale si innestava in un organismo ben più ampio della stessa Italia, ovvero l’Impero universale. Ecco allora che Dante pensa alla Sicilia come parte di una totalità culturale, l’Italia, e politica, l’Impero, entrambe sovraordinate.
Data la sua grande ammirazione per la nostra Isola, non poteva la Sicilia non redere omaggio al più grande poeta italiano.
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