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SIRACUSA - Si pensa sempre che la tecnologia sia una cosa lontana da noi, dal vivere quotidiano, distante anni luce dalle piccole azioni che ogni giorno caratterizzano le nostre interazioni, sociali e lavorative, o ancora indirizzano le nostre decisioni e preferenze.
Nulla di più sbagliato.
L’unica differenza che possiamo percepire, rispetto a qualche anno fa, è proprio questa: la tecnologia, con le sue automazioni, piccole o grandi che siano, e le sue applicazioni multitasking ed interfacce non solo coinvolge la società su più livelli, ma è proprio entrata a far parte del nostro vivere quotidiano in maniera radicata e profonda.
Il quesito da porsi allora è: “Come fare perché la tecnologia non ci allontani dall’essere umani? - ma soprattutto - Come possiamo migliorare la tecnologia in modo da renderla empatica e quindi “più umana”, e così facendo assicurare una sua applicazione migliore nei diversi contesti sociali e di lavoro?”.
Questi gli interrogativi che hanno mosso le discussioni e le argomentazioni del 2° TED Talk xOrtygia, tenutosi a Siracusa lo scorso 18 maggio, nella splendida cornice del Teatro Comunale di Siracusa in Ortigia.
Forse molti non conoscono il format TED, nato in California tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 del secolo scorso, che grazie al suo motto “Ideas worth spreading” (letteralmente: Idee utili da divulgare), da anni rappresenta un appuntamento fisso per esperti del settore e curiosi, che desiderino approfondire alcune tematiche specifiche, veicolate nei 18 minuti di speach concessi ai singoli relatori. Sono proprio questi, infatti, i protagonisti dei vari talks, professionisti e personalità di spicco nel loro settore, che mettono a disposizione dell’uditorio non solo le proprie conoscenze sull’argomento cardine, ma soprattutto degli strumenti di valutazioni nuovi ed alternativi, che consentano un’analisi critica dell’argomento e favoriscano costruttive discussioni fra i partecipanti.
Sette sono stati i relatori dell’ultimo incontro siracusano, il cui tema principe era “Empathy-Humanity Beyond Technology”, affrontato sia dal punto di vista delle tecnologie (informatiche, chimiche e meccaniche), ma anche da un punto di vista lavorativo, economico e sociale ben preciso.
Si è parlato di “felicità lavorativa” e dell’“arte del vivere” sul quale si basa il concetto di lavoro in Italia, con Alberto Peretti, filosofo del Lavoro, il quale ha aperto una finestra importante sul made in Italy e sul concetto di Lavoro nel nostro Paese, un tempo basato sull’empatia e su un rapporto umano datore di lavoro-dipendente e che negli ultimi anni si è invece trasformato, divenendo mero processo produttivo; successivamente il ricercatore Guido Zichittella, 27 anni, siciliano, nominato da Forbes tra i 30 scienziati under 30 più influenti d’Europa nel 2019, è partito da un semplice uovo per farci comprendere come, al giorno d’oggi, sia difficile modificare un atteggiamento socialmente radicato, benché nocivo, e preferirne uno che riesca ad accontentare produttori e consumatori, allo stesso tempo - come nel caso delle energie rinnovabili.
Si è giunti poi ad Internet e al mondo del web, intriso di empatia, più di quanto possiamo immaginare, come ha affermato Gianluca Varisco, esperto di sicurezza informatica, il quale, attraverso la semplice ricerca on-line e la connessione dei comuni dispositivi casalinghi con le rete, ci ha spiegato come il web indaghi l’uomo, le sue passioni, i timori, le preferenze e le informazioni, al fine di “guidare” la sua fruizione on-line e come, per fare ciò si sia fatto uomo, cercando di entrare in connessione con noi in maniera empatica e manipolando, a volte, il nostro giudizio e le nostre scelte, anche in merito a questioni importanti. Argomento quanto mai attuale se solo pensiamo alla questione della cosiddette fake news, quelle notizie false o non propriamente corrette, che circolando in rete ed essendo fruibili ad uno specifico target di utenti, sfortunatamente troppo spesso, influenzano e manipolano il pensiero delle persone. Celebre il caso dell’inchiesta giornalistica Cambridge Analytica portata avanti dalla cronista dell’Observer Caren Cadwalladr, che metteva sotto accusa il ruolo di Facebook durante la campagna elettorale antecedente alla Brexit, e che è stata discussa durante il TED di Vancouver.
Si è poi parlato di come si coltivi l’empatia, arrivando alla conclusione che il modo migliore sia quello di conoscere, studiare, viaggiare, vestendo i panni degli altri ed accogliendone la cultura. Così Paolo Magri, direttore dell’Ispi, ha applicato il concetto di empatia al contesto delle politiche internazionali, spiegando come talvolta basti, letteralmente, mettersi nei panni di chi abbiamo dinanzi per comprenderne le esigenze e, di conseguenza, tentare di raggiungere dei punti di incontro comuni, che possano far cessare conflitti ed incomprensioni che attualmente affliggono il pianeta.
A seguire Rita Cucchiara, professore di A.I. (Artificial Intellingence) presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, ci ha illustrato le ultime novità in termini di intelligenza artificiale ed ingegneria, illustrando come la scienza stia compiendo passi da gigante nell’“umanizzazione” della macchine e dei dispositivi che utilizzano principi meccanici basati sulle interconnessioni neuronali o sulla capacità di dare una propria interpretazione al mondo circostante e alle diverse situazioni, che la A.I. si trova a fronteggiare. La stessa empatia che caratterizza le macchina di ultima generazione la troviamo in ambito pubblicitario, così come ha illustrato il direttore creativo Giovanni Pagano, il quale, superando la semplice logica della domanda-offerta, ha spiegato come oggi il consumo e l’opinione del pubblico, si muovano seguendo i concetti di empatia naturale ed empatia artificiale. La prima la possediamo dalla nascita ed è quella che ci permette di comprendere gli stati d’animo di chi ci sta accanto e, di conseguenza, ci induce ad agire in un determinato modo; la seconda, come anticipato prima, sfrutta le esigenze dell’altro al fine della vendita di un prodotto o della trasmissione di uno specifico messaggio.
Infine, a chiudere la discussione sull’argomento, la filosofa ed eticista della tecnologia Mariarosa Taddeo, ci ha ricordato che in una società, la nostra, dove l’A.I. sarà distribuita in tutti i settori e a tutti i livelli, l’obbiettivo dovrebbe essere quello di puntare ad una migliore qualità della vita umana, perché non dobbiamo dimenticare che le A.I. sono degli strumenti utili alla progettazione di una società tollerante, pluralista, democratica e giusta.
Con l’augurio di poter partecipare anche alle future edizione di quello che, spero, diventi un appuntamento fisso nella città aretusea, invito tutti coloro che non hanno potuto prendere parte al 2° TEDx Ortygia a visitare il sito https://tedxortygia.com/ per accedere a tutti i contenuti delle edizioni siracusane, e al sito ufficiale https://www.ted.com/tedx/events/24218 per scoprire i prossimi appuntamenti in Italia e nel mondo.
Aprite gli occhi sul mondo circostante, immedesimatevi in chi vi sta dinanzi, stay human, stay empathetic.
Francesca Brancato
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