Era la notte tra il 14 ed il 15 gennaio del 1968, quando una scossa di terremoto magnitudo 6.4 travolse la Sicilia Occidentale. Quella notte 21 paesi vennero coinvolti e 261 furono le vittime. A 50 anni di distanza da quella tragedia, la regione del Belice guarda al futuro con una nota di speranza, la stessa che troviamo nelle nuove generazioni, negli imprenditori e nei sopravvissuti, che quella terra non l’anno voluta abbandonare.
Ieri, 14 gennaio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme con il Presidente della Regione, Nello Musumeci, ed i sindaci del Belice, hanno tenuto una cerimonia di commemorazione presso l’Auditorium “Giacomo Leggio” di Partanna, nel trapanese. Dopo una calorosa accoglienza, il Capo dello Stato ha ricordato le vittime e le loro famiglie e tutti i soccorritori, che in quei momenti salvarono centinaia di vite.
La cerimonia di ieri è stata solo la prima di numerose iniziative, che coinvolgeranno terra la regione nel corso del 2018. Fra queste ricordiamo la partecipazione di Gibellina alla Biennale di Venezia (dal prossimo 26 maggio), resa possibile grazie allo straordinario lavoro di restauro operato sul Teatro Consagra, grande opera incompiuta della città, che Mario Cucinella, curatore del padiglione Italia in Biennale, ha definito uno dei simboli del dualismo siciliano, fatto di incapacità di portare a compimento un progetto e, allo stesso tempo, coraggio ed innovazione da investire in progetti futuri. Al restauro del teatro si unisce quello della chiesa madre di Poggioreale, quello che era stato definito il “paese fantasma” e che adesso, grazie ad un investimento di 2 milioni di euro, vedrà rinascere uno dei suoi simboli.
A queste opere di recupero si aggiungono gli appuntamenti culturali, primo fra tutti quello con la mostra evento dal titolo “1968-2018 PAUSA SISMICA. 50 anni dal terremoto del Belice” esposta presso la Fondazione Sant’Elia di Palermo, che verrà inaugurata il 27 gennaio e sarà visibile fino al 13 marzo del 2018. Il progetto espositivo - curato dalla Fondazione Orestiadi e coprodotto dalla Fondazione Sant’Elia, in collaborazione con il Comune di Gibellina - si svolge per sezioni e coinvolge tutte le espressioni artistiche dalla pittura e la scultura, al teatro, fino a giungere alle installazioni contemporanee. Gli scatti dei fotoreporter, il primo servizio del radio giornale, i filmati Teche Rai, oltre al progetto urbanistico per Gibellina Nuova, i bozzetti dei monumenti e le opere degli artisti che, raccogliendo l’appello dell’allora sindaco Ludovico Corrao, parteciparono al tentativo di ricostruzione di quel territorio e del suo paesaggio distrutto dal sisma. Tutto questo insieme agli scatti di Letizia Battaglia, che immortalò la vita dei sopravvissuti nella baraccopoli, e le opere di Guttuso, il Cretto di Burri e l’archivio orale. Un’esposizione che racconta quella vicenda e gli attimi successivi ad essa, a testimoniare il sentimento di rinascita, che sin da subito si fece strada nei cuori di chi quella terra l’ha vissuta e la vive ancora oggi.
Alla mostra si unisce un altro grande appuntamento, con un cartellone di tre giorni, che ha visto protagonista il Comune di Santa Ninfa. Oggi unedì 15 gennaio, ultimo giorno della manifestazione, alle 10.00 si è tenuto un momento commemorativo curato dall’Istituto autonomo comprensivo «Luigi Capuana», mentre alle 18,00, nella Chiesa Madre, è prevista la celebrazione eucaristica in suffragio delle vittime del terremoto. A seguire, alle 19.00, nella sala consiliare, la proiezione del video-documentario “Santa Ninfa: tra il già e il non ancora”. Infine alle 20.30, si terrà una seduta commemorativa del Consiglio comunale.
Come ha ricordato Mattarella, la Sicilia è una terra forte, che nonostante le innumerevoli avversità non abbandona le sue battaglie ed è il caso di dire che il Belice, la sua battaglia, la sta vincendo.
Francesca Brancato
© riproduzione riservata