In alcuni casi l’arte può divenire uno strumento per aiutare i più deboli, favorendo per esempio l’integrazione dei migranti e mettendo in campo nuove forme di socialità. È quanto sta accadendo con il corso di recitazione tenuto da Raffaele Furno e rivolto agli ospiti migranti della Locanda del Samaritano di Catania. Il laboratorio, attivo dal mese di marzo 2020, si concluderà il prossimo dicembre con uno spettacolo dal titolo My home is where my heart is.
L’iniziativa fa parte del progetto “Dai bisogni ai sogni nella Locanda del Samaritano”, finanziato dall’Unione Buddhista Italiana e promosso dall’associazione Mediterraneo Sicilia Europa, che si propone l’obiettivo di superare le discriminazioni di razza, censo, cultura, religione e orientamento sessuale, attraverso progetti culturali e formativi nel territorio regionale.
Molte delle attività che la Onlus ha realizzato nel capoluogo etneo sono state portate avanti insieme alla Locanda del Samaritano Catania, grazie anche alla passione di padre Mario Sirica. In concerto, le due realtà hanno già creato uno sportello d’ascolto e consulenza psicologica per i migranti e i residenti in difficoltà e sono state promotrici di iniziative di orientamento scolastico, professionale e di corsi di formazione, di sostegno e di assistenza allo studio rivolte ai migranti. Hanno inoltre dato vita a corsi e laboratori per permettere agli studenti di conoscere le proprie attitudini e incoraggiarne creatività, positività e autoriflessione. Si inserisce proprio in quest’ambito il progetto “Dai bisogni ai sogni nella Locanda del Samaritano”, riguardante soprattutto la povertà educativa e sociale degli adulti, causa in molti casi di difficoltà nel riuscire a integrarsi.
L’iniziativa è la seconda a essere stata finanziata dall’Unione Buddhista Italiana: nel 2018 si era infatti realizzato il progetto “L’inclusione passa dai banchi di scuola”, che prevedeva corsi di formazione per minori migranti non accompagnati. Per portarlo avanti, l’associazione si era avvalsa della collaborazione del Centro di formazione professionale Oda (Opera diocesana assistenza).
«L’associazione basa la sua attività su quattro dimensioni operative: “Apprendere per comprendere”, ovvero per acquisire le competenze necessarie per vivere nel mondo di oggi. “Apprendere per essere”, ovvero per rafforzare la motivazione, la stima in sé stessi e nelle proprie capacità, coltivando aspirazioni per il futuro e maturando, allo stesso tempo, la capacità di controllare i propri sentimenti anche nelle situazioni di difficoltà e di stress.“Apprendere per vivere assieme”, cioè sviluppare la capacità di relazione interpersonale e sociale, di cooperazione, comunicazione, empatia, negoziazione. Infine, “Apprendere per condurre una vita autonoma e attiva”, cioè rafforzare le possibilità di vita, la salute, l’integrità e la sicurezza, come condizioni funzionali all’educazione» ha raccontato Emma Averna, presidente della onlus Mediterraneo Sicilia Europa.
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