
La Sicilia finisce ancora sul sito di National Geographic Italia, dove leggiamo parole di lode per la nostra Regione.
In un articolo apparso a fine dicembre, la Trinacria è stata definita "un continente" più che un’isola, per la sua ricchezza in materia di patrimonio artistico e culturale, aree protette, parchi, riserve. Come si legge nell'articolo: "Le palme vi crescono rigogliose, il calore del sole e la limpidezza del cielo e dell’aria fanno pensare all’Africa, mentre sul vulcano attivo più alto d’Europa la neve si mescola alla lava". Un vero paradiso terrestre, dove cultura, natura, tradizione si mescolanomagicamente.
Poi l'articolo continua: "Durante la lunga presenza araba, Palermo per bellezza e splendore era paragonata a una grande e fiorente città orientale. Poi i Normanni, quei principi guerrieri arrivati dal nord. E ancora la potenza politica ed economica degli spagnoli che pervade l’architettura barocca".

E continua: "In fatto di cibo, la Sicilia ha davvero una ricchezza culinaria dal valore “continentale”. A partire dalle radici arabe, con la prevalenza del dolce e dell’agro [...]".
Uno dei nostri "cavalli di battaglia" se così vogliamo chiamarlo, è sicuramente la cucina. Quel giusto mix di tradizoni greche ed arabe, con influssi francesi e spagnoli, che ritroviamo anche nelle arti e nel nostro dialetto. Tutto il mondo invidia la nostra cucina e la varietà e l'eccellenza delle nostre materie prime e da tutto il mondo giungono persone per provare, anche in tavola, il calore della Sicilia.
Nell'articolo del National Geografic il viaggio nell’"Isola-continente" prosegue, poi, verso Trapani, l’isola di Mothia e il Museo del corallo, dove ancora una volta, accanto alle bellezze visive non mancano quelle culinarie, come il pane cunzato.
“Attraverso coltivazioni di arance, mandarini e limoni in fiore – conclude, infine, la giornalista che ha realizzato l’articolo -, vorrei arrivare alle pendici dell’Etna in tempo per la raccolta dei pistacchi e, salendo in boschi di castagni, affacciarmi sul cratere del vulcano per sentirne la preistorica e indomabile forza”.
Parole di elogio che riscaldano il cuore, specialmente dopo un anno in cui sia il turismo (artistico, naturalistico o stagionale che sia), che la ristorazione, che la produzione agroalimentare sull'Isola hanno vissuto, come nel resto d'Italia d'altronde, una battuta d'arresto dalla quale sarà dura riprendersi. Un calor che la Sicilia è pronta ad accogliere dal vivo, non appena sarà possibile.
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