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Il Sicily Fest di Brick Lane porta la cultura siciliana a Londra

2019-03-25 12:50

Emilia Rossitto

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Il Sicily Fest di Brick Lane porta la cultura siciliana a Londra

INTERVISTA Esiste un evento a Londra, che si svolge una volta l’anno, dove è possibile assaporare

INTERVISTA

Esiste un evento a Londra, che si svolge una volta l’anno, dove è possibile assaporare e respirare la Sicilia e che tu sia siciliano o inglese poco importa. Si chiama Sicily Fest, si svolge a Brick Lane, una delle strade della città più famose ed amata dai turisti, che si trova nell’East End, la zona nord-orientale di Londra. Quest’anno la manifestazione si terrà a partire da venerdì 17 fino a domenica 19 maggio prossimi. Ormai da cinque anni il Sicily Fest si prefigge l’obiettivo di portare in Inghilterra un po’ di Sicilia, attraverso cibo, show cooking, laboratori ed arte.

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Novità del prossimo appuntamento in programma sarà anche la possibilità di assistere ad una mostra sensoriale, osservare l’opera dell’artista catanese, Claudio Arezzo di Trifiletti e partecipare ai laboratori per bambini per una Sicilia «anche da vedere e non solo da gustare», come ha raccontato l’ideatrice dell’evento, Sarah Spampinato: «Dietro questo progetto c’è molto lavoro e molto impegno - ha spiegato l’imprenditrice catanese -, principalmente mi occupo, attraverso l’agenzia che dirigo, di realizzare eventi e curare la comunicazione. Negli anni ho imparato che per fare un buon lavoro niente deve essere lasciato al caso. Il Sicily Fest è partito cinque anni fa, e continua ad essere l’unico evento in Inghilterra dedicato alla Sicilia. Tutto è nato da una mia pazzia e dall’amore che ho sviluppato sia nei confronti di Londra che della mia terra. Con la Sicilia ho un rapporto conflittuale, di amore ed odio, mi piacerebbe che in parte fosse diversa, in modo particolare negli atteggiamenti, ma ciononostante è una terra che sa farsi amare profondamente». 

Secondo Sarah portare l’atmosfera di casa all’estero è stato possibile trovando gli ingredienti giusti per la riuscita del progetto.

«Uno dei punti cardine nella realizzazione di un evento - ha proseguito - sta anche e sopratutto nel coinvolgere le persone giuste. Credo molto nell’energia che serve a creare questa sorta di magia che è possibile riscontrare anche a distanza di chilometri. Penso che non siano l’arancino o il cannolo a fare la differenza ma che, invece, siano le persone. Alcune volte è sufficiente un semplice sorriso. Sono 35 in totale gli stands e gli imprenditori coinvolti, dei quali un cinquanta per cento vive e lavora in Inghilterra, mentre l’altra metà si sposta appositamente dalla Sicilia».

Un Festival che negli anni ha suscitato un alto gradimento tra i partecipanti e che si è evoluto insieme a suoi sostenitori.

«Ci siamo dovuti spostare da una location all’altra per via dell’affluenza: nel 2017 abbiamo registrato 15 mila persone, che sono diventate 29 mila ed 890 lo scorso anno. Non abbiamo un particolare segreto se non quello di puntare sulla semplicità. Una delle soddisfazioni più grandi è stata vedere la felicità delle persone che hanno partecipato. Molta gente che vive a Londra spesso non ha l’opportunità, per varie ragioni, di poter tornare a casa; anche per questa ragione le giornate dedicate alla Sicilia sono apprezzate con entusiasmo. In questi anni l’evoluzione del festival è stato molto naturale in parallelo con il gradimento che abbiamo suscitato nei nostri visitatori: più piacciamo, più cresciamo e più ci sentiamo in dovere di migliorare il servizio.»

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Ma ad animare il Sicily Fest non sono solo i siciliani, l’evento è multietnico ed è riuscito a coinvolgere ed unire, tramite il buon cibo, la buona musica ed una battuta sempre a portata di mano, anche le più disparate nazionalità.

«Il motivo per il quale la clientela del festival è multietnica - ha detto Sarah - è dovuto al fatto che la Sicilia nel mondo ha un forte trend, anche se molto spesso proprio noi siciliano non ce ne rendiamo conto. Non è un caso se molti dei bistrot che ci sono a Londra hanno scelto di introdurre nei propri menù l’arancino. L’arancino è rientrato a tutti gli effetti a far parte della tradizione italiana nel mondo e ci contraddistingue come fanno la pasta, il caffè ed il cappuccino che anche in lingua straniera vengono chiamati sempre allo stesso; un modo per dire che non perdono la propria identità».  

Un clamoroso successo confermato non solo dai numeri che sono stati quantificati nelle varie edizioni ma che è stato sottolineato anche dalla stampa.

«Siamo, inoltre, stati segnalati su “Timeout Londra” fra le 18 cose meravigliose da fare a Londra - ha specificato l’imprenditrice -, un traguardo da non poco conto».

E continuando a cavalcare la “pazzia” e l’energia che la contraddistinguono Sarah non ha terminato le idee da sottoporre ai visitatori.

«Quest’anno vorremmo che la percezione fosse anche quella di una Sicilia da vedere e non solo da gustare - ha concluso Sarah -. Novità sarà una mostra sensoriale ma ci sarà anche spazio per l’artista catanese, Claudio Arezzo di Trifiletti, unico nel suo genere, il pittore crea le sue tele nelle città che ha visitato per poi esporle. Non mancherà inoltre l’accompagnamento musicale come d’altronde è stato anche nelle precedenti edizioni ed il laboratorio per i bambini dove sarà possibile preparare i cannolicchi siciliani. Confrontarsi con una realtà lavorativa internazionale come quella londinese è stato e continua ad essere una lezione ed una crescita personale». 

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E a respirare una parte della sua Sicilia è stata anche Eleonora Russo, 29 anni, siracusana. La giovane ed ambiziosa event manager ed insegnante di italiano si è trasferita in Inghilterra ad ottobre del 2015, ha vissuto a Londra per un anno, ha lavorato anche a Chichester, ed adesso abita e lavora stabilmente a Bognor Regis ma non rinuncia a tornare nella capitale ogni weekend. Eleonora descrive la sua esperienza al Sicily Fest come «una 3 giorni di sapori ed odori siciliani ed aria di casa. Si tratta principalmente di un mercato culinario che ho avuto modo di visitare durante le ultime due edizioni - ha raccontato - . Ci sono molte bancarelle che vendono prodotti della nostra terra: vino, olio d'oliva, limoncello, caffè, amaro o rosolio ma anche cannoli, pizze e arancine, prodotti al pistacchio e alla mandorla. Ovviamente l'assaggio è d'obbligo così come fermarsi a parlare con il gestore anche se non compri nulla. Mi ricordo con stupore la fila per le arancine (per me sono femmine) - ha concluso - che era talmente lunga da arrivare quasi dall'altra parte della strada. Mi ha molto stupita come un agglomerato disordinato di gente in Sicilia si sia potuto trasformare in una fila ordinata di 100 metri a Londra. Ho aspettato circa 45 minuti per mangiare un'arancina ma ne è valsa la pena. Chi partecipa, come me, è in cerca “dell’aria di casa” ma non ci sono solo i siciliani; è possibile incontrare italiani provenienti da ogni regione, inglesi, francesi, spagnoli, tedeschi, olandesi, portoghesi, americani, filippini, indiani, marocchini, pakistani, australiani. D’altronde, si sa, Londra è multietnica, cosi come la Sicilia».

©riproduzione riservata

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