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Giornate Fai: alla ricerca di monumenti dimenticati

2017-03-20 15:15

Redazione

News, siracusa, fai, monumenti, giornata fai, alessandra leone, gaetano bordone, august von platen, museo en plein air,

Giornate Fai: alla ricerca di monumenti dimenticati

NEWS “L’Italia possiede uno sterminato patrimonio culturale, archeologico, paesaggistico e monum

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“L’Italia possiede uno sterminato patrimonio culturale, archeologico, paesaggistico e monumentale talmente vasto, complesso, articolato e capillarmente diffuso nel territorio nazionale che solo pochissime persone possono pensare di averne adeguata contezza… Missione prevalente del Fai è quella di far conoscere per amare e valorizzare la nostra storia, il nostro patrimonio culturale, anche nelle sue espressioni minori o superficialmente ritenute tali”. Così il capo delegazione Fai di Siracusa Gaetano Bordone, in occasione della presentazione della 25° edizione delle giornate Fai di primavera, che si terranno in tutta Italia sabato 25 e domenica 26 marzo. A Siracusa in queste due giornate si potranno ammirare il complesso ipogeico della Giudecca, con inizio dalla chiesa di San Filippo Apostolo e terminante alla chiesa e convento di San Francesco di Paola oggi sede dell’ISISC, e il cimitero eterodosso del giardino storico di villa Landolina.

La chiesa di San Filippo Apostolo divenne luogo di culto cristiano dopo la cacciata degli Ebrei dalla Sicilia da parte di Ferdinando il Cattolico nel 1492 e all’interno di essa si trova un bellissimo pozzo, la cui scala è formata a chiocciola. In mezzo ad essa si apre una vasta latomia, trasformata durante la seconda guerra mondiale in punto di raccolta per i civili in caso di attacco da parte di forze nemiche. La particolarità della chiesa, a croce greca, consiste nella posizione centrale della cupola diversa da tutti gli altri edifici di culto presenti in Ortigia.

Per quanto riguarda il cimitero eterodosso del giardino storico di villa Landolina, c’è da dire che è uno straordinario sito praticamente sconosciuto al pubblico, voluto dal nobile Saverio Landolina per accogliere in degna sepoltura i non cristiani, dimostrando grande sensibilità e attenzione alle sofferenze umane, anche verso coloro che non professavano la fede cattolica, ma che erano accomunati dalla sete di conoscenza, dall’amore per l’arte e la cultura. 

Un percorso storico, archeologico, naturalistico, botanico e faunistico unico, che le guide del Fai illustreranno ai visitatori: il parco, infatti, ospita piante secolari ad alto fusto, con un ricco sottobosco, e documenta il gusto romantico dell’epoca; all’interno di esso si aprono gli accessi di alcuni ipogei pagani e cristiani, e sono stati rinvenuti lembi di una necropoli di età greca arcaica e tratti di viabilità antica.In un angolo del parco, la famiglia Landolina realizzò appunto il “cimitero degli acattolici”, un piccolo complesso di tombe in cui furono sepolti, nel corso dell’Ottocento, stranieri di fede non cattolica morti nella città e la cui tappa più significativa è di certo la tomba del poeta bavarese August von Platen, morto a soli 39 anni. Anche Winston Churchill, nel 1955 in visita a Siracusa, volle recarsi al cimitero per rendere omaggio ai caduti. Alcuni anni dopo venne attuato l’esproprio del sito, individuando nella parte centrale del giardino la sede idonea per l’edificazione del Museo archeologico Paolo Orsi, inaugurato poi nel 1988. L’area cimiteriale, che si trova nella parte nord-est della proprietà, non venne interessata dall’edificazione delle nuove strutture museali, rimanendo miracolosamente dimenticata. L’importante progetto, chiamato “Museo en Plein Air. Natura archeologia e storia nel Parco di Villa Landolina”, intende naturalmente valorizzare il patrimonio archeologico e storico del parco ottocentesco, che oggi rappresenta uno dei “polmoni verdi” della città di Siracusa, con una lussureggiante vegetazione ricca di colori e profumi, tra alberi secolari, una ricca vegetazione e diversi animali, come il merlo, il fringuello e il falco pellegrino, che hanno scelto come “casa” proprio il parco del museo Paolo Orsi. 

Alessandra Leone

 

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