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Maria Luisa Di Pietro e la lotta per la vita

2017-05-22 16:56

Redazione

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Maria Luisa Di Pietro e la lotta per la vita

NEWS Sicilia: terra da sempre ricchissima di arte e cultura, meta di giovani rampolli di famiglie ar

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Sicilia: terra da sempre ricchissima di arte e cultura, meta di giovani rampolli di famiglie aristocratiche nel periodo Gran Tour dal 1400 in poi, luogo magico in cui si mescolano civiltà affascinati come quella greca, romana, bizantina, islamica, normanna, angioina ecc. 

La prof.ssa Maria Luisa Di Pietro, docente di Bioetica nella Facoltà di Medicina e Chirurgia “Agostino Gemelli” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e autrice di più di 300 lavori di bioetica, deontologia medica ed educazione della salute, è nata proprio in questa splendida terra, precisamente ad Avola.

Sabato 20 maggio alle 18 nel Salone Giovanni Paolo II del Santuario Madonna delle Lacrime di Siracusa ha illustrato il Disegno di Legge sul Testamento Biologico n. 2801, approvato dalla Camera dei deputati il 20 aprile 2017 e ora in discussione al Parlamento. I casi di Piergiorgio Welby, Giovanni Nuvoli, Eluana Englaro, Max Fanelli, Walter Piludu e Fabiano Antoniani (più conosciuto come “Dj Fabo”) hanno infuocato negli anni gli animi, tra dibattiti e polemiche che hanno diviso, e continuano tutt’ora a dividere, il Paese.

L’ incontro con la prof.ssa Di Pietro è stato indetto dagli Amici dell’Università Cattolica, dal Movimento Ecclesiale d’Impegno Culturale (MEIC) e dal Centro culturale “O. Musumeci” e ha visto numerosi partecipanti, tra cui l’arcivescovo emerito di Siracusa Mons. Giuseppe Costanzo. 

 

“Con questa legge”, ha detto ai presenti la dott.ssa Di Pietro, “la relazione tra medico e paziente cambia inevitabilmente e viene stravolta, in quanto il rapporto tra i due non si può basare sul consenso informato, ma sulla finalità terapeutica. L’oggetto di leggeè stato cambiato, essendo diventati l’alimentazione e idratazione artificiali trattamenti terapeutici che possono essere sospesi, qualora il paziente rifiuti il trattamento sanitario. E se un medico si trovasse un testimone di Geova, che per il proprio credo non accetta la trasfusione, e questa persona avesse emoglobina bassissima? Cosa dovrebbe fare? Oppure una persona che ha tentato il suicidio, cercando quindi di togliersi la vita, o una ragazza anoressica maggiorenne, che brilla negli studi, sono forse da considerarsi incapaci di intendere e di volere? Se venisse approvata questa legge, credo sia il primo passo verso l’eutanasia, avendo il sapore di rinuncia alla vita. In realtà”, conclude, “quello che oggi fa spaventare le persone è il dolore e la sofferenza. Il dolore fisico si può contenere con cure palliative e radioterapie, ma ci sono anche altri tipi di dolori, come quello esistenziale, sociale e relazionale. Questi ultimi tre tipi di dolore sono la cosiddetta sofferenza, che ha come cura il calore umano, l’amore e la vicinanza a quella persona”. 

Alessandra Leone

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