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Canzoni che sanno di salsedine e ritmi internazionali: Marco Castello ci racconta del suo primo album "Content

2021-02-12 15:59

Francesca Brancato

Intervista, notabilis, musica, siracusa, musica siciliana, Marco Castello, indie, Contenta Tu, album, nuove uscite,

Canzoni che sanno di salsedine e ritmi internazionali: Marco Castello ci racconta del suo primo album "Contenta Tu" - L'intervista

Ha un sapore internazionale ma viene direttamente dalla Sicilia. È il sound di Marco Castello!

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Ha un sapore internazionale ma viene direttamente dalla Sicilia. È il sound di Marco Castello, giovane cantautore siracusano, che il 5 febbraio scorso ha debuttato con il suo primo album da solista “Contenta Tu”, prodotto e distribuito in Italia da 42 Records (etichetta di Cosmo, I Cani e dei siciliani Colapesce e Dimartino, che quest’anno prenderanno parte al Festival di Sanremo) e nel resto del mondo da Bubbles Records. Classe 1993, Marco Castello sta conquistando la scena musicale italiana e internazionale, con i suoi testi semplici e veri e con le sue note orecchiabili, giusto mix degli ascolti passati e presenti del cantautore, che trae ispirazione per la sua musica non solo dalla quotidianità, ma anche dai viaggi e dalle connessioni avute negli ultimi anni, diventandone ottimo osservatore e narratore.

Dai primi approcci con la musica al liceo, alla formazione jazz alla Civica di Milano, passando da sonorità latine e mitteleuropee (l’album è stato interamente registrato al Butterama Studio di Berlino), senza dimenticare le origini siciliane, la musica di Marco si evolve con lui, arricchita dalla sua voce, che una volta ascoltato tutto l’album diventa quasi famigliare e il cui ascolto non stanca mai.

Nelle sue canzoni un po’ funk e che hanno il sapore dell’estate troviamo bassi e tastiere, ma anche tanta batteria groove, il tutto in chiave assolutamente personale, perché come ci ha detto lui stesso «Un po’ della farina comunque vorrei rivendicarla dal mio sacco». E farina ne ha messa e anche tanta, visto che in tutte le canzoni, quasi come fosse una sorta di fil rouge ritroviamo la sua città natale, Siracusa, che lui stesso nei testi definisce “bella ma cretina”. Quelli di Marco sono testi ironici, dissacranti, come si vede bene in canzoni quali Torpi o Villaggio. Le ambientazioni sono quelle rarefatte dei ricordi tra i banchi di scuola o al campo di basket, ma anche quelli dei primi amori e delle corse in moto con gli amici. Ma Marco non è mai nostalgico, anzi, sembra quasi che nei suoi testi ci sia sempre il presente che strizza l’occhio al futuro, facendo del passato un ricco bagaglio di esperienze e ricordi (belli, brutti, buffi). Tra tutti i brani che compongono “Contenta Tu” Addiu è l’unico in siciliano. Si tratta di una canzone popolare dell’Isola, anticamente trasmessa oralmente e che Castello ha riarrangiato su base jazz. Simbolo di una Sicilia ancestrale ma che continua a scorrere nelle vene e ad ispirare anche un giovane artista come Marco Castello, che ci ha rilasciato un’intervista:

 

Marco Castello, cantautore e polistrumentista, come nasce il tuo rapporto con la musica?

Da piccolo avevo tanti strumenti a casa, tanti dischi e CD, papà da giovane suonava la batteria, la mamma la chitarra e cantava, mia sorella e mio fratello più grandi andavano a lezione di musica.

 

Dalla tua formazione al primo album "Contenta tu", uscito il 5 febbraio scorso. Ci racconti il tuo percorso e quello di produzione dell'album?

Da piccolo ero molto attento alle note e mi piaceva cantare e ripetere con il pianoforte le cose che ascoltavo, andavo a tempo coi bonghetti di mio padre. A 11 anni ho cominciato a studiare la tromba nella banda comunale di Siracusa, ho smesso tre anni dopo per poi riprendere dopo il liceo. Mi sono laureato in tromba jazz a Milano, dopo di che sono tornato a casa a capire cosa fare della mia vita e ho cominciato a scrivere pezzi in italiano un po’ per gioco un po’ per curiosità. Poi ho conosciuto Erlend Øye, è nata La Comitiva e durante i tour, nel tempo libero, a volte suonavo i miei pezzi ed Erlend mi ha proposto di registrarli. Così sono andato allo studio dei The Whitest Boy Alive, a Berlino, insieme a Marcin Oz come produttore, Lorenzo Pisoni al basso e Leonardo Varsalona alle tastiere. Dopo cinque giorni c’era l’album.

 

È un lavoro sicuramente autobiografico, ma è anche un album fatto di collaborazioni, giusto?

No, in realtà non c’è nessuna collaborazione.

 

Siracusa, la tua città, è presente in ogni brano, nelle artwork che hanno accompagnato il debutto dei 4 singoli (PorsiTorpiCiccionaDopamina) e nella copertina dell'album. Qual è il tuo rapporto con la città di Archimede e S. Lucia?

Penso sia inevitabile parlare dei posti in cui si è cresciuti o che sono fonte di ispirazione, vedi Compton per i rapper, New York per i jazzisti, Napoli per Pino Daniele, Bologna per Dalla, Milano per Jannacci. La musica italiana è piena di riferimenti alle città, specialmente poi nell’Indie in cui dire i nomi delle città è diventato un po’ un luogo comune degli ultimi dieci anni. Volevo strizzare l’occhio a questa tendenza, immaginando che Siracusa fosse universale.

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Addiu è l'unica canzone dell'album interamente in Siciliano. Vuoi parlarcene meglio?

Addiu è un pezzo siciliano popolare molto antico, io ho preso il testo e l’ho riarrangiato aggiungendo alla fine una filastrocca antica, tutto qui, cercando di mantenere una struttura scarna e ripetitiva senza troppi sviluppi, è solo il testo e l’improvvisazione del piano, su un pedale fisso di basso, proprio per dare spazio alle parole. Il tutto scandito con una drum machine Roland CompuRhythm 1978 a cui non abbiamo saputo resistere.

 

Nel tuo album troviamo forti sonorità funk e che ricordano un po' Battisti, ma quali sono gli artisti e i generi che ti ispirano maggiormente quando scrivi musica?

Non è una cosa volontaria, non dico “adesso faccio un pezzo alla Battisti”, cerco solo di fare qualcosa che prima di tutto piaccia a me. Gli ascolti che faccio e che ho fatto influenzano inevitabilmente quello che viene fuori, sono come un accento se vieni da un determinato posto, ce l’hai, per qualcuno è più marcato, qualcuno lo perde ascoltando altre cose, e reputandomi un poliziotto del plagio mi accorgo quasi sempre se sto rubando troppo da qualcuno, allora vado da un’altra parte. Altre volte, invece, scopro che quella stessa melodia, cadenza o frase era precisa a una cosa di vent’anni fa mai ascoltata prima, altre volte mi piace proprio citare e scoprire se qualcuno se ne accorge. Un po’ della farina comunque vorrei rivendicarla dal mio sacco.

Parliamo adesso di un'altra canzone dell'album. L'uscita del brano Cicciona è stata accompagnata da alcune tue prodezze culinarie (visibili sulla tua IGTV) ma anche da qualche critica. Cosa pensi non abbia capito il pubblico del brano?

Penso che non ci sia nulla da capire nel brano e che probabilmente non mi sono preoccupato abbastanza della sensibilità delle persone che, piuttosto che affrontare e vincere la minaccia di un’offesa (qui inesistente), preferirebbero un mondo in cui si fa finta che la cattiveria stia in parole da vietare anziché nelle persone e nelle loro azioni, e questo mi sembra ingenuo e dannoso. In ogni caso ‘sto titolo non è mai piaciuto neanche a me, ma non mi interessa dei titoli, mi interessa delle canzoni, e se ti fermi al titolo senza ascoltare la canzone allora non c’è neanche da discutere. 

 

Il tour di promozione di "Contenta tu" penso sia stato posticipato a causa della pandemia. Come hai trascorso l'ultimo anno e come ti stai preparando in attesa di rivedere il tuo pubblico dal vivo?

La pandemia è stata solo l’ultima rottura dopo una serie di posticipi precedenti e penso che, un po’ come tutti, io ci abbia rimesso un po’ di sanità mentale. Però ho imparato cose nuove con la chitarra, ho fatto cartoni animati e a settembre ho pure suonato per due bellissimi festival a Milano (Cuori impavidi) e a Roma (Spring attitude) ed è stato bellissimo. Poi hanno richiuso tutto e ci sono stati momenti abbastanza bui, ma credo sia normale. Spero che adesso qualcuno abbia voglia di ascoltare i pezzi e spero che in attesa dei concerti li imparino bene, così da cantarli tutti insieme appena ce ne sarà la possibilità.

 

Cosa consiglieresti a chi, come te, avesse voglia di approcciarsi alla professione musicale partendo da una piccola realtà come Siracusa?

Impara a cucinare, non tifare per nessun genere, assaggia e prova sempre tutto e non prendere esempio dalle coverband.

 

Dalle tue prime school band, al conservatorio, alla partecipazione al progetto musicale Erlend Øye e La Comitiva, al tuo primo album da solista. Cosa pensi ti attenda in futuro? 

Non credo mi attenda nulla, spero che il mio futuro continui ad essere fatto di “school band”, conservatori, comitive e album da solista e non. Vorrei suonare tanto in giro e continuare a divertirmi.

 

Stai già lavorando a qualcosa di nuovo?

Ho già delle bozze per qualche brano ma non ho fretta, vediamo intanto come vanno questi.

 

Un'ultima domanda: da cantautore siciliano emergente, come vedi oggi il panorama musicale dell'Isola e cosa ti auguri, invece, di vedere in futuro?

Sta nascendo una bellissima scena attorno a Siracusa (penso a tantissimi artisti che si sono trasferiti qui come Erlend Øye, Nu Guinea, a quelli che ci sono già da un po’ come Colapesce) e sono contentissimo, spero che si creino delle belle collaborazioni e che qualcosa si muova anche qui, perché mi sono scassato di dover andare a Milano o Roma per fare cose.

 

E non potrei che essere d’accordo con quest’ultima frase!

Potete ascoltare “Contenta Tu” su tutte le piattaforme digitali e i canali di Marco Castello, 42 Records e Bubble Records. Tutte le foto dell’articolo sono di Glauco Canalis.

 

 

 

©riproduzione riservata 

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Siracusa. Numero di iscrizione 01/10 del 4 gennaio 2010

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