
Sarà una scuola dedicata al settore Ho.re.ca in tutte le sue necessità formative quella che sorgerà a Siracusa nel 2026 a opera di Unigroup s.p.a.
L’annuncio, ufficializzato dal presidente Roberto Cappuccio, ha chiuso la terza edizione di UniDay che dal 9 all’11 marzo ha animato Siracusa, diventata per tre giorni capitale del buon cibo e del buon vino. Un progetto lungimirante e ambizioso, a cui Unigroup s.p.a. ha già iniziato a dare forma acquistando un sito di circa 12 mila metri quadri, di cui 5.000 saranno utilizzati per dare vita a un centro di formazione professionale di qualità.
Tanti i temi dibattuti e approfonditi durante le tre giornate, con circa 200 espositori provenienti da tutta Italia, tra cui chef, vignaioli, giornalisti, personaggi del mondo dello spettacolo e influencer. In particolare la tavola rotonda della seconda giornata della manifestazione ha interessato alcuni temi cardine per l’Ho.re.ca, come innovazione, tradizione e percorsi verso la sostenibilità. Innovazione e tradizione nella ristorazione non sono antagoniste, ma sono due forze che confinano e spesso si contaminano a vicenda. Riuscire a guardare il cambiamento da questo punto di vista è essenziale. Questa l’idea di Giorgione, noto oste televisivo di Gambero Rosso, che con la sua filosofia di cucina appassiona l’Italia, tra gli ospiti della terza edizione di Uniday Expo: «Innovazione e tradizione vanno sempre a braccetto, non puoi pensare che una cosa escluda l'altra» ha affermato, illustrando come l'innovazione nei processi di raccolta e lavorazione dell'olio in Umbria, ad esempio, abbia migliorato notevolmente la qualità del prodotto pur rispettando la tradizione. Riflettere, sovvertire i processi e avere il coraggio di innovare può dunque essere la risposta a un’esigenza che si trascina per inerzia.
Il dibattito ha poi evidenziato come la sostenibilità stia diventando un pilastro fondamentale del settore, da interpretare in molteplici dimensioni.
Tra i volti di Gambero Rosso – per il primo anno media partner dell’evento – è stato presente anche Gianni Fabrizio, curatore della guida Vini d’Italia, che per l’occasione ha tenuto una masterclass dedicata all’eccellenza vitivinicola siciliana.
La sostenibilità è un traguardo importante per l’Ho.re.ca, ma va progettata a cominciare da quella economica con processi organizzativi consapevoli e una rinnovata sensibilità sociale. In particolare di questa si è fatto portavoce Joseph Micieli, chef del ristorante Scjabica di Punta Secca (RG). Particolare rilevanza è stata data al valore delle relazioni tra tutti gli attori della filiera. Micieli ha sottolineato come: «Intrecciare un rapporto con il fornitore oggi è importantissimo, bisogna farlo anche emotivamente per standardizzare la qualità», raccontando come questo scambio bidirezionale abbia portato anche i fornitori a migliorare le proprie pratiche. Anche il rapporto con i clienti e gli ospiti in generale deve essere orientato a una reciproca formazione.
Una parte importante della manifestazione, che ha visto alternarsi sul main stage ospiti del settore food&beverage, è stata quella dedicata alla comunicazione di settore. Una bella testimonianza è arrivata da Giusi Battaglia, giornalista e conduttrice televisiva, che rappresenta un caso di come la comunicazione diventi traino per la cucina di un’intera regione, quella siciliana in questo caso: «Credo che quello che nel mio caso ha funzionato è che le persone si sono riconosciute in me perché ho usato un codice che non vuole spettacolarizzare, ma raccontare. Non sono una cuoca e i piatti che cucino sono i piatti di casa mia e della tradizione siciliana come l’ho vissuta. Questo mi consente di poter fare anche degli errori o di percorrere strade diverse, mantenendo il mio entusiasmo e la mia spontaneità. Ecco il segreto del successo per chi cucina: raccontate i piatti che portate a tavola scavando nelle storie vere del territorio che vivete». Una scelta anti-spettacolarizzazione anche quella proposta da Giorgione: «Siamo rimasti incastrati nella ristorazione - spettacolo, dove bisogna assumere posture arrabbiate per fare alzare l’audience o dove bisogna far vivere la cucina come un girone dantesco. Questo si riflette nei piatti che arrivano al tavolo e che acchiappano le mode, le spremono e poi si dimenticano in fretta».
Roberto Cappuccio, Presidente e Direttore Commerciale di Unigroup s.p.a., ha espresso grande soddisfazione per il successo dell'evento. Uniday Expo si conferma così non solo una vetrina per le eccellenze del settore, ma un laboratorio di idee e relazioni per costruire il futuro della ristorazione, con uno sguardo attento alla sostenibilità, all'innovazione e alla valorizzazione della tradizione enogastronomica.
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