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Si è svolto la scorsa settimana, dal 10 al 15 luglio, il consueto “festino” di Santa Rosalia a Palermo, celebrazione molto caratteristica e spettacolare, tra fede e devozione, musiche, canti e spettacolo pirotecnico fino a tarda notte, ufficialmente dichiarata dall'Istituto centrale per la demoetnoantropologia (IDEA) come patrimonio immateriale d'Italia. La festa liturgica, invece, si svolge il 4 settembre al Santuario di Santa Rosalia sul Monte Pellegrino, luogo in cui nel 1170, all’interno di una grotta, la Santa morì. Rosalia de' Sinibaldi divenne patrona del capoluogo siciliano dopo aver salvato Palermo dalla peste nel 1625, apparendo a un povero “saponaro” Vincenzo Bonelli, il quale, disperato, voleva suicidarsi dopo la prematura morte della moglie a causa della peste nera. Quando Bonelli era sul punto di mettere in atto il suo triste volere, gli apparve una splendida donna, la quale lo dissuase dal proposito e lo condusse con sé per mostrargli la sua grotta. Gli raccomandò, quindi, di pentirsi, di informare l’Arcivescovo della città di Palermo, il Cardinale Giannettino Doria, che le ossa ritrovate il 15 di luglio del 1624 appartenevano realmente a lei, di evitare“dispute e dubbii” e di portare le reliquie in processione per la città. In tal modo la peste si sarebbe fermata e fu effettivamente così. Da allora Santa Rosalia fu scelta come protettrice della città in cui era nata, spodestando gli altri patroni della città, tra cui Cristina, Oliva, Ninfa e Agata. I Palermitani iniziarono a celebrarla con festeggiamenti, culti, messe solennie processioni (molto caratteristico quando, nella notte del 14, la statua della santa viene portata in un enorme carro trionfale a forma di barca, ormai talmente grande da non riuscire a passare per le strade del centro, ma dalle vie più esterne, arrivando fino al mare).
Contemporaneamente a questa magnifica e spettacolare ricorrenza, a Palermo è tornato l’evento di arte contemporanea “Rosalia on the road”, giunto alla terza edizione, ideato dalle artiste Elisa Martorana e Beatrice Feo Filangeri, quest’ultima è discendente dai Filangeri di Cutò, una delle famiglie più nobili e antiche del Mezzogiorno d'Italia, di cui facevano parte ben tre viceré delle Due Sicilie, cardinali, statisti, importanti mecenati, artisti e letterati come Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Un progetto culturale importante con l’obiettivo di crescita e denuncia sociale attraverso lo speciale linguaggio dell’arte. Il sottotitolo scelto quest’anno è “Le Rose e le Spine”, mentre la direzione artistica è di Elisa Martorana (ogni edizione la Martorana e la Filangeri si alternano nei ruoli direttivi). Attenzione, però! Non si tratta semplicemente di opere esposte da ammirare, ma “libri su cui studiare”, svolgendosi anche diverse conferenze.
“La Santuzza di Rosalia on the road 2017 ha il volto di Ismaele La Vardera”, ha affermato alla conferenza stampa Elisa Martorana, puntando così l’attenzione sul candidato sindaco, giornalista palermitano del programma “Le Iene”, finito al centro delle polemiche per avere di nascosto registrato la campagna elettorale, con lo scopo di fare un documentario per “fare conoscere a tutti la mala politica siciliana” come lui stesso afferma (che poi… succede solo in Sicilia? Ho i miei forti dubbi…).
La Vardera, secondo Elisa Martorana, diventa "strumento artistico" per parlare di “peste contemporanea”. Ma oggi cos’è la peste?? “Sono scelte sbagliate, popoli venduti, raccomandazioni, accordi sotto banco... Oggi la peste- continua- si chiama mala politica, false news, movimenti corrotti... Oggi è il giorno di Rossolia, oggi la peste è indicata con coraggio da chi sa ancora osare, proprio come Ismaele La Vardera. Il giovane rosso decide di sfidare i poteri forti, candidandosi a sindaco, acclamato dal web e da chi cerca voti con il cambiamento, ma quando il rosso dichiara che ha provato a curare la peste con delle telecamere nascoste ecco il putiferio, tutti pronti ad attaccarlo”.
Alessandra Leone