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“È necessario l’abbandono della guerra perché abbiamo sviluppato la capacità della distruzione di questo pianeta. Se anche domani venissero distrutti tutti gli arsenali nucleari, nella nostra memoria collettiva c’è perfettamente la conoscenza di come costruire ordigni atomici e quindi si potrebbe ricominciare a farlo il giorno dopo. ‘L’orologio dell’apocalisse’ quest’anno è stato portato a due minuti e mezzo. Il rischio di un conflitto nucleare che potrebbe condizionare l’esistenza stessa sul pianeta non è mai stato considerato così alto dagli scienziati nucleari. Non da gente di destra o di sinistra, non dai comunisti o dai fascisti o dai terroristi o dai nazisti…e da tutti gli -isti di questo mondo. Dobbiamo pensare in termini di essere umano e se vogliamo che questa specie continui l’abolizione della guerra è indispensabile”.
Queste le parole del chirurgo e fondatore di Emergency Gino Strada, in occasione dei festeggiamenti per la sedicesima edizione dell’Incontro Nazionale di Emergency a Catania, svoltasi dal 22 al 25 giugno, tra eventi, incontri, dibattiti, concerti e momenti di riflessione accomunati dal filo rosso #diguerraedipace.
Venerdì 23 al Teatro Massimo Bellini, durante la conferenza multimediale “La valigia: un viaggio verso l’abolizione della guerra”, il papà dell’associazione, che dal 1994 lotta per una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani, ha colpito i presenti con le sue parole e il modo di fare: un’occasione per parlare di pace, di guerra, di idee e possibili soluzioni per costruire un futuro più giusto. Molto efficace e d’effetto il percorso composto da tessere di puzzle da colorare, conin alto la frase di Teresa Sarti “Se ciascuno di noi facesse il suo pezzettino, ci troveremmo in un mondo più bello senza neanche accorgercene”. Chi potrebbe negarlo?
Presenti la presidente di Emergency Cecilia Strada, il sindaco di Messina Renato Accorinti, Luca Corso (coordinatore medico del Programma Italia di Emergency), Badel Bernhazi (mediatore culturale del programma Italia di Emergency), la psicoterapeuta e psicologa Giovanna Schittino e l’ingegnere ed ex proprietario della “Tecnovar” Vito Alfieri Fontana. Quest’ultimo, con emozione, passione e partecipazione, ha raccontato ai presenti il proprio percorso di vita, da quando era costruttore di mine antiuomo fino a diventare la persona che è oggi, cercando di disinnescarle. Di certo un lavoro complicato e pericoloso, in quanto deve “andare a prenderle una per una”, ma di certo, come lui stesso ha sottolineato con convinzione, vale la pena compierlo perché “la guerra non serve a dirimere gli stati: è un mostro a se stante che non bisogna risvegliare”.
Grandi applausi per Gino Strada, il quale ha poi invitato a pensare ai tantissimi espedienti, che in passato sono stati cercati per fermare la guerra, ma risultati fino ad adesso inutili. “Sono state trovate tutte le soluzioni – ha affermato – tranne una, la più intelligente di tutte, la più razionale, quella proposta da Albert Einstein, che disse fin dal ’32 «la guerra non si può umanizzare, si può solo abolire». È possibile? Io credo di sì, basterebbe volerlo”. Quindi la domanda necessaria da porci è: vogliamo realmente la pace? La desideriamo tutti? Cosa facciamo nella nostra vita quotidiana per ottenerla?
Il pomeriggio si è concluso con John Lui e Roy Paci, che poi si è esibito in Piazza Università, insieme ad altri artisti, in “Musica per Emergency”.
Alessandra Leone