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SIRACUSA - L’11 giugno prossimo, presso la prestigiosa sede del Teatro Greco di Siracusa lo scrittore più amato dagli italiani, e non solo, metterà in scena il suo ritorno al Teatro: il monologo “Conversazione su Tiresia”, scritto ed interpretato da Andrea Camilleri per la regia di Roberto Andò, che lo scorso anno mise in scena, sempre a Siracusa, “Le Fenicie” di Euripide.
Nell’ambito del 54° Festival del Teatro Greco di Siracusa, questo monologo rappresenta per Camilleri una sfida e un ritorno. “Chiamatemi Tiresia, sono qui per raccontarvi una storia più che secolare che ha avuto una tale quantità di trasformazioni da indurmi a voler mettere un punto fermo a questa interminabile deriva. A Siracusa vi dirò la mia versione dei fatti, e la metterò a confronto con quello che di me hanno scritto poeti, filosofi e letterati. Voglio sgombrare una volta per tutte il campo da menzogne, illazioni, fantasie e congetture, ristabilendo i termini esatti della verità.”
Andrea Camilleri sceglie Tiresia e tutto ciò che di lui ci hanno trasmesso la letteratura, la filosofia e la poesia del passato. Figura enigmatica appartenente al mito, il profeta del futuro compare nell’ “Odissea” di Omero, quando Ulisse consulta il suo spirito per conoscere la strada più breve per tornare ad Itaca. Benché morto e residente nell'Ade, Tiresia conserva, a differenza degli altri spettri, una propria identità e le proprie capacità mentali e questo fa di lui una figura misteriosa, che più volte verrà citata ed inserita nella letteratura posteriore.
Come ha affermato in una recente intervista su RaiRadio3: “Appena ho iniziato a perdere la vista, ho acuito gli altri sensi. Ho sempre fumato 80 sigarette al giorno e, quando ancora ci vedevo, avevo perso il gusto degli odori, dei sapori. Quando gli occhi si sono spenti, sono ritornati tutti insieme! Anche il tatto mi fa impressione per quanto è sensibile. Tiresia vede il futuro da cieco: poteva non piacermi recitare un ruolo del genere?”
Camilleri ha sempre scritto per il teatro, ma oggi lo fa con una veste nuova e dopo 70 anni propone un monologo personale ed intenso. Come ha affermato lui stesso “Sto scrivendo il testo che a qualcuno accadrà di leggere; e mi accorgo che questo mio scrivere non è, propriamente, scrivere, ma eseguire gesti e movimenti, variamente ritmati, in uno spazio delimitato; questo spazio poi dovrebbe, anzi lessicalmente è la mia scrivania, immersa nel consueto spaurito disordine, in una caotica vessazione; ma sarà bene che io mi renda conto che non tanto di scrivania si tratta, ma di palcoscenico, di spazio scenico, di luogo deputato ad eventi sostanzialmente teatrali, il teatro del lavoro”.
Un sogno realizzato e folle, quello di portare in scena questo monologo a Siracusa, al Teatro Greco, accompagnato per mano da un bambino, per evitare di cadere ”meno male che sono cieco!”, chiude Camilleri e dopo “l’importante è non prendersi sul serio”. Non possiamo che essere fieri ed onorati di una tale presenza nella nostra città e siamo sicuri che l’esperienza si rivelerà emozionante, così come lo sono i libri che hanno appassionato milioni di lettori in tutto il mondo.
Francesca Brancato
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