«Io vedo solo ombre, però il viaggio fino ai crateri sommitali dell’Etna è stata un’esperienza molto importante per me». A parlare è Valerio Messina, sedici anni, il maggiore del gruppo di non vedenti che, nei giorni scorsi, ha potuto raggiungere la cima del vulcano più alto d’Europa.
Un’esperienza unica, resa possibile dal progetto nazionale “Gioco la mia parte”,
e dall’ente Irifor che lo ha finanziato e calato nel territorio siciliano tramite le proprie articolazioni regionali. L’obiettivo è quello di colmare il deficit di esperienze e socializzazione dei ragazzi ciechi all’indomani del lockdown.
A tal proposito, Gaetano Minicleri, Presidente Regionale dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti onlus (Uici), nonché Presiede dell’Irifor, ha raccontato: «Il lungo periodo in cui i nostri ragazzi sono rimasti chiusi in casa ha creato dei problemi di adattamento. Così, in Sicilia abbiamo partecipato al bando e ottenuto piccole somme per realizzazioni modellate sulle caratteristiche dei nostri territori. Abbiamo varato otto progetti in altrettante province, destinati a gruppi da due a quattro non vedenti. E a Catania quattro ragazzi hanno avuto la possibilità di raggiungere, con la necessaria attrezzatura e accompagnati da volontari e guide, la sommità dell’Etna, dopo una lunga e bellissima passeggiata. Un’esperienza che difficilmente dimenticheranno».
Parole che trovano conferma nel racconto di Valerio Messina: «Siamo partiti alle sette del mattino, abbiamo preso la funivia e poi dei pullman fuoristrada, che ci hanno portato a duemilanovecento metri di quota. Da lì ci aspettavano cinque lunghe ore di camminata molto dura e stancante per raggiungere la nostra meta. La parte conclusiva è stata terribile: la salita era ripidissima e pensavo davvero di non farcela. Poi però tutto il gruppo mi ha dato forza e ci siamo incoraggiati a vicenda. Così ce l’abbiamo fatta».
Con Valerio, protagonisti dell’impresa sono stati altri tre ragazzi non vedenti: Carmelo Colletta e Matteo Panebianco, entrambi di quindici anni, e Francesco Licandro, il più piccolo, di tredici.
I quattro ragazzi sono stati accompagnati da due volontari dell’Uici di Catania, Federico Grasso ed Elisabetta Sapuppo, da Luca Cosma, una guida alpina autorizzata a condurre i turisti fino ai crateri sommitali dell’Etna, e una guida naturalistica, Rosario Calcagno, che ha dato un grande contributo parlando ai ragazzi delle caratteristiche degli ambienti che stavano attraversando.
A guidare il drappello, Nando Sutera, responsabile del Centro di consulenza tiflodidattica di Catania, che ha coordinato le attività progettuali per la Sicilia con i colleghi di Agrigento, Gioacchino Di Gloria, e Palermo, Maria Concetta Cusimano.
Tutte le attività progettuali, infatti, sono il frutto del lavoro sinergico e di rete tra i tre Centri, i presidenti provinciali delle Sezioni Uici e l’Irifor Sicilia.
«Oltre alla straordinaria esperienza ‒ ha spiegato Sutera ‒ di escursione ai crateri sommitali del monte Etna, abbiamo realizzato, con i Centri di consulenza tiflodidattica delle altre province, delle esperienze indimenticabili per i nostri bambini e ragazzi non vedenti. A Trapani, per esempio, con le attività di canoa, a Palermo con quelle di vela, a Enna con uno straordinario viaggio all’interno di una fattoria didattica. E così anche a Siracusa, ad Avola. Parliamo di eventi dei giorni scorsi, ma ce ne saranno altri. Per esempio, il viaggio di alcuni giorni in barca a vela da Messina alle Eolie e ritorno con tre bambini non vedenti, accompagnati dalle loro mamme, e che già assaporano il momento magico del viaggio per mare fino a Lipari, Salina e Vulcano».
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