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SIRACUSA - I Monti Iblei sono un altopiano montuoso di origine tettonica, localizzato nella parte sud-orientale della Sicilia, compresa tra il libero consorzio comunale di Ragusa, il libero consorzio comunale di Siracusa e adesso, in minima parte, nella città metropolitana di Catania. Il Monte Lauro è la sua cima più alta, con un'altezza di 987m sul livello del mare.Â
Essendo il territorio ibleo ricco di testimonianze archeologiche risalenti all'età preistorica e non essendovi certezza sul sito di ciascuna Ibla menzionata dagli storici antichi, sono sorti diversi dibattiti su dove collocare le Hyble siciliane (ne esistevano anche in Siria ed Anatolia). Una delle possibilità più note è quella di collocare la principale, ovvero la maggiore detta appunto Hybla Mayor, presso Pantalica, il sito archeologico che con le sue 5.000 tombe rappresenta la necropoli rupestre più grande d'Europa, entrata a far parte dei patrimoni mondiali dell'umanità , la quale fu punto focale degli insediamenti di Sicani e Siculi. Il suo declino coincide con la venuta dei Greci presso gli Iblei, ma il dibattito rimane aperto: l'Ibla mellifera è contesa tra i siti archeologici di Sortino, Melilli, la valle del Marcellino, Avola, Ragusa e anche in siti siciliani al di fuori dei Monti Iblei. Sul sito preistorico di Ragusa, ad esempio, nel 1600 il geografo Filippo Cluverio vi identificò l'Ibla detta Erea, in base alla dicitura, divenuta in seguito ampiamente discussa, trascritta sulla tavola Peutingeriana: “Nible†(al giorno d’oggi, infatti, il centro storico di Ragusa, proprio in ricordo di tale tradizione, si è denominato Ragusa Ibla).
Ma al di là dell'antico dibattito sulla localizzazione delle Hyble, il territorio ibleo rimane uno dei luoghi più ricchi di insediamenti preistorici. Basti pensare che sulle ultime propaggini degli Iblei orientali, nei pressi dell'entrata nord della città di Siracusa, si sviluppò la più antica civiltà neolitica della Sicilia, detta di Stentinello, i cui reperti risalgono oltre il 5.000 a.C.
Da oggi, questo sito ricco di storia e biodiversità , centro primordiale della nostra civiltà sicula, sta per divenire il secondo Parco Nazionale Siciliano. Infatti, con l’adozione della delibera di perimetrazione da parte della Città Metropolitana di Catania, successiva a quella delle altre due ex province interessate di Siracusa e Ragusa, l’iter per l’istituzione dell’Ente Parco Nazionale dei Monti Iblei, può essere finalmente portato a compimento. Si attendono adesso le delibere dell’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente della Regione Siciliana per la risoluzione degli ultimi passaggi burocratici ed infine il benestare definitivo del Ministero dell’Ambiente.
La fase di lavorazione che ha portato alla realizzazione di aree protette di rilevanza nazionale nella nostra regione è stata lunga e travagliata, come spesso succede in un territorio dove la burocrazia e le leggi ad personam la fanno da padrone. Parliamo infatti di un territorio che possiede un patrimonio naturale straordinario, cosa che non avrebbe bisogno di essere sottolineata, ma che troppo spesso dimentichiamo, cercando meraviglie altrove, quando le abbiamo sotto il naso.
Iniziò tutto con la Legge finanziaria del 2008, con la quale l’allora Ministro dell’Ambiente Scanio riuscì a ritagliare le risorse necessarie per l’istituzione di quattro importanti parchi nazionali siciliani: Isole Eolie, Isole Egadi e litorale trapanese, Monti Iblei e Pantelleria. Al ritardo burocratico e al freno dell’allora vigente governo regionale Cuffaro, si accumularono con gli anni, ulteriori problemi, tra cui instabilità e discontinuità politica, mancanza di fondi e di interesse. Poi nel 2016 un tragico evento rappresentò la svolta. Un incendio doloso devastò i boschi di Pantelleria, suscitando lo sdegno dell’opinione pubblica e di buona parte delle Istituzioni. A questa barbarie Presidenza della Repubblica, Consiglio dei Ministri e Governo Regionale risposero rapidamente con l’approvazione dell’istituzione dell’Ente Parco e la nascita del primo parco nazionale siciliano. Questo processo continua oggi con la creazione della grande area protetta degli Iblei, in attesa che anche il litorale trapanese, le isole Egadi e le Eolie siano presto sottoposte all’azione di tutela prevista ormai da ben 12 anni.
Il Parco avrà un’estensione di circa 150 mila ettari e sarà caratterizzato da una forma “stellataâ€. Se il progetto restasse invariato, si tratterebbe della più grande area protetta in Sicilia e del più grande parco nazionale dell’Isola, comprendente: i canyon di Pantalica e Cavagrande del Cassibile, la Valle dell’Anapo, le zone di vegetazione della rarissima Zelkova sicula, le rovine di Noto antica ed infine le aree archeologiche e i gioielli del barocco.
Un vero “paradiso†siciliano che non vediamo l’ora di vedere rinato e finalmente tutelato a dovere.
Francesca Brancato
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