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A tu per tu con Vincenzo Ganuscio dei “SeiOttavi”

2017-08-10 15:15

Redazione

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Quando la musica entra a far parte della tua vita, a volte lo fa silenziosamente, a volte quando si

Quando la musica entra a far parte della tua vita, a volte lo fa silenziosamente, a volte quando si è ancora piccoli, facendoti entrare in un mondo complesso, affascinante e armonico, un universo parallelo in cui è tutto magicamente ritmico. E ti travolge, ti rapisce, ti conquista e non puoi più farne a meno. È successo così a Vincenzo Gannuscio, socio fondatore con Massimo Sigillò de “I Sei Ottavi”, gruppo musicale a cappella, caratterizzati da un’esecuzione molto particolare e non così diffusa, basata sulla polifonia, sulla riproduzione di effetti strumentali, onomatopeici e sonori. Il tutto soltanto attraverso l’utilizzo della voce.

Reduci dall’enorme successo al Teatro greco di Siracusa con le “Rane” di Aristofane, in cui hanno incantato e affascinato tutti con la loro bravura e professionalità; negli anni passati avevano vinto diversi concorsi e premi, avevano  partecipato a “Viva Radio Due” (di Fiorello e Baldini),“Scatole Cinesi” su Rai Radio Due e “Notturno Italiano” di Radio Rai International, ma è nel 2008 che hanno raggiungono parecchia notorietà presso il grande pubblico con la prima edizione italiana di X-Factor. La strada però non è stata e ancora non è semplice. A volte può essere tortuosa, soprattutto quando si osa e si propone con coraggio un genere meno conosciuto e commerciale. Guidati da Massimo Sigillò Massara (detto “caciotas e stigghy”, architetto fondatore del gruppo che scrive e arrangia i pezzi), la band è costituita dalla mezzo-soprano Alice Sparti, dal soprano Germana Di Cara, da Kristian Cipolla (detto “Chriss”), da Ernesto Marciante (tenore) e da Vincenzo Ganuscio (baritono).

Abbiamo intervistato proprio Gannuscio per farci svelare un po’ di curiosità. Prima di entrare a far parte dei “Sei Ottavi”, aveva alle spalle importantissime esperienze in Italia e all’estero, accostandosi alla musica vocale polifonica sacra, profana, liturgica e folk lorica, con numerosi interventi in Vaticano, come quando fu beatificato e canonizzato Padre Pio di Pietrelcina da Papa Giovanni Paolo II, in occasione dell’apertura della Porta Santa per il Giubileo, per Battesimo del Bambino ed Epifania del 2006 e 2007con Benedetto XVI; inoltre ha preso parte a tante altre manifestazioni, quali la messa in scena de “La Buona Novella - Fabrizio De Andrè alla ricerca di Dio…”  al Teatro Stabile di Palermo con la regia di Ezio Zeffiri e la partecipazione di Giorgio Albertazzi e il Concerto di Natale del 2005 alla Camera dei Deputati a Montecitorio. Scusate se è poco, cari lettori!

Gentilissimo, ci parla di come è nato il gruppo dei SeiOttavi? Quando e come vi siete conosciuti?

I “SeiOttavi” nascono nel 2004 da un’idea di Massimo Sigillò Massara, il quale desiderava mettere insieme un gruppo a cappella sul modello degli “Swingle Singers” o dei “Manhattan Transfer”. Con un passaparola tra amici si è così costituito il primo nucleo di cantanti, che poi ha deciso di darsi il nome di “SeiOttavi”. Ognuno di noi proveniva da esperienze musicali diverse, ma abbiamo accolto subito con grande entusiasmo la sfida di poterci sperimentare in una nuova esperienza musicale.

Può tentare di descrivere il percorso che ha portato il vostro gruppo a una grande versatilità, passando attraverso i più svariati generi musicali, apparentemente senza difficoltà?

La versatilità del gruppo nasce dal fatto che i suoi membri provengono da esperienze musicali diverse (jazz, pop, swing, musical, classica); la scelta e l’elaborazione del repertorio scaturiscono dalla collaborazione di ogni singolo componente, che porta nella scrittura degli arrangiamenti e nell’esecuzione dei brani l’esperienza musicale pregressa. Tutto ciò rende il nostro lavoro molto stimolante: solo con tanto lavoro e voglia di mettersi in gioco si riesce a raggiungere quell’apparente leggerezza esecutiva che affascina il nostro pubblico.

Quali sono, a suo parere, punti di forza e di debolezza (qualora ve ne fossero) della musica a cappella? Come siete giunti a questo genere?

La forza della musica a cappella sta nella sua poliedricità: è una sperimentazione continua, un gioco virtuosistico, ispirando a sondare sempre nuovi territori e a provare fino a quale punto si possa spingere la voce umana. Il nostro modo di fare musica si inserisce in una vivace tradizione gruppi internazionali molto affermati da anni quali i Swingle Singers, Real Group, King Singers, ma anche di qualche realtà nazionale come Cluster, Neri per caso, Alti e Bassi, Mezzotono.  Nonostante il successo di pubblico che la musica a cappella raccoglie, resta una sua debolezza la limitata diffusione sul territorio italiano, con la conseguente difficoltà di trovare spazi e palcoscenici in cui farla vivere e presentarla a un pubblico sempre più grande.

Impressioni, sensazioni e pareri dopo l’esperienza delle “Rane” al teatro greco di Siracusa…

Il Teatro greco di Siracusa è un luogo magico e aver avuto la possibilità di cantare su quel palcoscenico è stato molto emozionante. Lo è stato ancora di più perché abbiamo portato la nostra musica inedita in un contesto del tutto nuovo per il contemporary a cappella. Dopo essere stato il primo gruppo a cappella ad aver cantato in un’opera lirica (ne “Le Streghe di Venezia” di Philipp Glass al Teatro Massimo di Palermo), siamo anche il primo gruppo a essersi cimentato nella commedia greca. Abbiamo avuto il piacere di lavorare con un cast strepitoso, costituito grandissimi professionisti. Non è stata una sfida facile mettere in musica le parole di Aristofane, ma quando Giorgio Barberi Corsetti l’ha proposta, l’abbiamo accolta con grande piacere. I risultati ci hanno convinto al punto da averne anche prodotto un CD, che sta riscuotendo un ottimo successo. Siracusa è stata una bellissima esperienza e una grande occasione per fare conoscere la nostra musica a un pubblico più ampio.

Quali sono i vostri prossimi appuntamenti? Quali i vostri sogni?

Il calendario dei concerti è in fase di definizione; il nostro mezzosoprano Alice sta per diventare mamma e quindi abbiamo deciso di prendere un breve periodo di pausa in seguito a “Le Rane”. Riprenderemo la nostra attività concertistica a dicembre con alcuni concerti a Stoccarda e in altre città del Baden-Württemberg (Germania).

Cosa è per lei la musica? Cosa consiglia a un giovane che vuole avvicinarsi a questo mondo?

Domanda difficile. Impossibile spiegare cosa sia la musica per me… come definire l’aria, l’acqua, il cibo? Sarebbe inimmaginabile una vita senza musica. Non esiste un modo giusto o sbagliato per avvicinarsi alla musica, anche perché non esiste soltanto “una” musica: ciascuno di noi si sente più vicino all’uno o all’altro genere. Quale sia questo lo si può scoprire soltanto ascoltando, sperimentando e vivendo tanta tanta musica.

 

Alessandra Leone

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Siracusa. Numero di iscrizione 01/10 del 4 gennaio 2010

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