INTERVISTA
Comincia questa sera la IX edizione dell’ Ortigia Film Festival (Off), manifestazione a livello internazionale che tiene alta la bandiera di Siracusa e dell’Italia in generale. Tanti i talenti che vogliono fare sentire la propria voce, vitalità e fantasia nel loro modo più congeniale, possibilmente cercando, nel loro piccolo, di lanciare messaggi per un futuro più giusto e meno violento. Il festival si svolgerà fino al 22 luglio, con ospiti di grande prestigio, come l’attore Andrea Sartoretti (il quale ricoprirà il ruolo di Presidente di Giuria della sezione cortometraggi), il giornalista cinematografico Fabio Ferzetti (Presidente di Giuria del Concorso Lungometraggi), la produttrice Simonetta Amenta, la costumista Isabella Rizza, l’attore Marco Giallini e la regista Maria Sole Tognazzi.
Per scoprire il programma completo dell’Ortigia Film Festival, il cui calendario è davvero molto ricco e di livello, cliccate qui.
Intanto, miei cari lettori, noi di Notabilis abbiamo avuto il piacere di intervistare sia Lisa Romano, direttrice artistica di Off, sia Paola Poli, consulente artistica del festival, cheringraziamo per la loro professionalità, l’amore e la passione che mettono in tutto ciò che fanno.
Gentilissima Lisa, manca ormai davvero poco all’inizio dell’Ortigia Film Festival (OFF). Quali le sensazioni, le paure, le aspettative e i sogni per questo festival? Quali le difficoltà (se ve ne sono state, anche negli anni passati)?
«Siamo giunti alla nona edizione di Ortigia Film Festival tra tante difficoltà e moltissime soddisfazioni. Off è cresciuto di anno in anno affermandosi come una delle realtà più importanti per il cinema in Sicilia. Le aspettative sono quelle di crescere ancora e di poter realizzare una decima edizione veramente memorabile. Le difficoltà sono tante ma non ci facciamo scoraggiare. Ogni anno puntiamo al nostro obiettivo, che è quello di realizzare il miglior festival possibile e per far ciò dobbiamo relazionarci con le istituzioni e con i ritardi congeniti di una burocrazia piuttosto lenta. Ma a noi di OFF non piace commiserarci, siamo un gruppo di persone fortemente motivate e siamo riusciti negli anni ad acquisire una grande credibilità».
Terrorismo, immigrazione, mafia, il delicato periodo di ribellione adolescenziale e molto altro ancora… Da dove è nata l’idea di dedicare ampio spazio al tema “Vita e ribellione”, presente in diversi film presenti quest’anno? Che tipo di insegnamenti può dare un bel film?
«Le tematiche principali di questa edizione di Off rispecchiano ciò che viene trattato dalla nuova cinematografia italiana. Per selezionare i film in concorso, ho avuto l’onore di guardare decine e decine di opere prime e seconde di autori italiani e sarebbe stato impossibile non notare quanto le tematiche sociali abbiano influenzato la poetica del nuovo cinema italiano. Off avrà il privilegio di presentare in anteprima regionale “Dopo la Guerra”, il film di Annarita Zambrano con Battiston e la Bobulova che ci mostra sotto una nuova lente gli orrori e gli errori degli anni del terrorismo in Italia; ma anche “Sicilian ghost story”, l’opera di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, un grande affresco onirico su una terribile storia di mafia».
Quali sono oggi, secondo lei, i pregi e i limiti e del cinema in Italia? Come vede il suo futuro? E poi… Quale “ingrediente” manca per avere la giusta risonanza?
«Credo che sarebbe troppo riduttivo enumerare pregi e difetti del cinema italiano. Non si tratta di aspetti separati tra loro ma di un unico sistema cinema che ha bisogno di essere scosso. Si tratta, a mio avviso, di un problema culturale che coinvolge le istituzioni, le scuole, le produzioni, la critica stessa. Rispetto agli ultimi anni si percepisce qualcosa di nuovo, una consapevolezza ritrovata, la capacità di leggere il mondo con occhi diversi. Il mio futuro, così come il mio presente, è con il cinema e nel cinema. Ortigia Film Festival assorbe molte delle mie energie, ma mi permette comunque di lavorare sui set cinematografici. Non disdegnerei di tornare dietro la cinepresa e lavorare a un film tutto mio».
Queste le parole di Lisa Romano, da cui emergono la forte voglia di migliorare, di migliorarsi, fare sempre ciò che le fa battere il cuore, magari di intraprendere anche nuove avventure, con gli occhi e la trasparenza dei più piccoli e la maturità e l’esperienza dei grandi, non dimenticando il “suo” Off. Quest’anno, quindi, accanto a film e documentari più “soft” (ma come quello sui Rolling Stones o su Pino Daniele), ci saranno anche tematiche drammaticamente attuali, che possibilmente cercano un cambiamento. Il cambiamento, in effetti, non parte prima di tutto da noi e dai nostri atteggiamenti quotidiani, dentro e fuori casa, a lavoro e tra gli amici ? Diceva il Mahatma Gandhi: “Il giorno in cui il potere dell’amore supererà l’amore per il potere il mondo potrà scoprire la pace”.
Sentiamo ora cosa ha da dirci Paola Poli, su questa magica esperienza dell’Ortigia Film Festival, sul cinema italiano e su tanto altro…
Gentilissima Paola, guardando il programma di quest’anno di OFF, vi sono, tra gli altri, film forti e con un messaggio di denuncia, come ad esempio “Sicilian Ghost Story” (reduce dal successo di Cannes 2017 e vincitore di un premio ai Nastri d'Argento, basato su una storia realmente accaduta, in cui i registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, dopo il successo di “Salvo”, tornano sulla tematica della mafia) oppure “Veneranda Augusta” di Francesco Cannavà (in anteprima mondiale, ambientato nel polo petrolchimico di Augusta, in cui il tasso di mortalità per tumori è più del 30% . Qui si alza alta la voce del parroco Don Palmiro Prisutto, alla ricerca di giustizia, onestà e verità per avere i giusti diritti che dovrebbero avere tutti gli uomini). A suo avviso, quanto possono cambiare la società film del genere? E poi… È davvero possibile cambiare la società? Quanto serve ribellarsi o c’è il rischio di rimanere solo “una voce nel deserto”?
« “Sicilian ghost story” è davvero un film ben riuscito e siamo molto fieri di averlo portato ad Ortigia Film Festival, che per tradizione ha un pubblico molto attento, il quale si appassiona alle storie ben scritte e ama un certo cinema d’autore. “Veneranda Augusta” è un pugno allo stomaco, una tematica fortissima, quella dell’inquinamento del polo petrolchimico di Priolo, Augusta, Melilli, a due passi da Siracusa. Il festival ha voluto fortemente accendere i riflettori su questa vicenda e sul coraggio di uomini come Padre Prisutto, che da anni combatte la sua battaglia contro i morti di cancro. Il cinema non ha il compito di cambiare la società, ma sicuramente può fare riflettere, può istillare il dubbio, può dare vita ad un dibattito su vicende, come quella del petrolchimico di Siracusa, che non tutti conoscono».
Caratteristiche necessarie, a suo parere, per realizzare i propri sogni in campo cinematografico e per farsi notare?
«Lavoro, talento, lavoro, talento. Non esiste altro. È un mondo difficile e spietato e solo i più bravi, solo i più preparati vanno avanti. Chi si è trovato catapultato sul set per ragioni non professionali, spesso ha fallito o si è dimostrato solamente un fuoco di paglia».
Quali sono i talenti che l’hanno colpita maggiormente nelle scorse edizioni e che pensa abbiano tutte le carte in regola per sfondare in Italia e all’estero?
«Come diceva Lisa, anche secondo me il cinema italiano sta vivendo una rinascita: sono tanti gli autori, i registi e gli attori che si sono affacciati sulla scena negli ultimi anni. Senza voler fare un torto a nessuno, mi sono molto piaciuti tutti i film che abbiamo proiettato nelle varie edizioni di Ortigia Film Festival».
Alessandra Leone