Tutela del mondo sommerso, archeologia preventiva alla luce dei cambiamenti climatici e buone prassi per le autorizzazioni dei lavori in mare. Questi i temi della Carta di Naxos 2021, documento sottoscritto a chiusura della XVII Rassegna Internazionale di Archeologia Subacquea di Giardini Naxos (7-9 ottobre 2021). A firmarlo, dopo aver concertato attivamente e condiviso tutti i punti, sono stati la Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, la Soprintendenza nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo, il Parco Archeologico Naxos Taormina, l’Istituto italiano di Archeologia Subacquea, i rappresentanti di vari istituti esteri e il Comitato italiano dell’ICOMOS - Consiglio Internazionale per i monumenti e i siti, con il suo Presidente, Maurizio Di Stefano.Â
Il documento sarà presentato alle istituzioni regionali e nazionali per dare concreto seguito alle proposte e alle raccomandazioni.
«Per la prima volta – spiega Barbara Davidde (Sovrintendente nazionale del Mare) – le due Soprintendenze del mare hanno sottoscritto un accordo per redigere protocolli e documentazioni a tutela di porti e approdi di mari, fiumi e laghi di tutto il territorio nazionale». Un’esigenza che nasce dalla ventennale esperienza della Soprintendenza del mare siciliana. Lo spiega bene Valeria Li Vigni: «Serve personale specializzato capace di utilizzare tecnologie specifiche per ricerche e indagini preventive, anche alla luce dei problemi di erosione costiera aggravati dai cambiamenti climatici».
Nel corso delle tre giornate di studi – durante le quali si sono avvicendati circa 70 studiosi, in presenza e da remoto (persino dall’Australia) - sono stati annunciati nuovi itinerari subacquei in Sicilia realizzati con il supporto della Soprintendenza del mare siciliana. Patrizia Maiorca ha presentato quello già operativo nella Riserva del Plemmirio (Sr), mentre è in fase di studio e allestimento quello fra Naxos e Taormina: «Per i visitatori del Parco amanti delle immersioni – spiega Gabriella Tigano -  oltre ai musei di terra si aggiungerà l’esperienza di un “museo di mare†con i due relitti delle colonne nelle acque di Taormina. I nostri archeologi sono al lavoro da alcuni mesi con i colleghi della SopriMare e con i subacquei sportivi della zona, preziosi alleati nella scoperta e vigilanza dei reperti sottomarini».Â
Fra gli interventi dell’ultimo giorno: la ricerca di Gianfranco Purpura (UniPA) sugli aerei della flotta inglese precipitati nelle acque di Cefalù; lo studio di Jonathan Prag (Università di Oxford) sulle iscrizioni latine dei rostri delle Egadi; i naufragi fenici nel Mediterraneo con Timmy Gambin (Università di Malta); mentre sul fronte della tecnologia da Cipro era in collegamento Massimiliano Secci per l’analisi in 3D dei relitti; Alessandro Marroni (Dan Europe Foundation) ha presentato una t-shirt intelligente per monitorare a distanza le funzioni vitali dei sub in immersione; mentre Marcello Conigliaro ha illustrato sistemi di trasformazione, accumulo e distribuzione dell’energia marina.
Di archeologia subacquea si tornerà a parlare a Paestum (ottobre 2021) alla Borsa del Turismo archeologico dove è stato istituito il premio dedicato a Sebastiano Tusa; a Malta nel 2022 e con il congresso nazionale in programma a Oristano nel maggio 2023.Â
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