La missione di scavi condotta a Entella, nel territorio di Contessa Entellina (PA) tra Palermo ed Agrigento, dalla Scuola Normale di Pisa ha portato in luce un ampio tratto di un antico edificio posto sul fronte nord-ovest dell’altura del Castello di Entella, proprio nella zona in cui si trova il palazzo fortificato medievale ovvero su un fronte di quasi 5 metri dove si sono sovrapposti edifici di epoche diverse.
La missione, coordinata da Anna Magnetto, direttrice del Laboratorio di Storia Epigrafia Archeologia e Tradizione dell’Antico della Normale, e dall’archeologa Rossella Giglio, direttrice del Parco archeologico di Segesta e diretta sul campo da Maria Cecilia Parra (Università di Pisa), con la collaborazione di Alessandro Corretti, Chiara Michelini e Adelaide Vaggioli (Laboratorio SAET della SNS), ha fatto emergere un ampio vano di un edificio con due ambienti contigui e con accesso dall’esterno.
Le indagini hanno consentito di verificare che esistono livelli di crollo, databili fino all’inizio del II secolo a.C., che si sovrappongono e che consentono di affermare che chi abitò la Rocca utilizzò pietra da costruzione cavata in situ, creando nuovi spazi attraverso il recupero di materiale di crollo degli edifici precedenti; ritrovamenti che, secondo il tecnico archeologo della Normale, Alessandro Corretti, dimostrano che si è trattato di un investimento importante per la città, realizzato con un’ottima qualità tecnica di costruzione. Lo scavo ha, inoltre, confermato che questa zona della Rocca fu interessata da un incendio nella prima età ellenistica ma che gli abitanti hanno continuato ad abitarvi, ricostruendo gli edifici e non spostandosi.
La campagna di scavo di quest’anno ha interessato anche il versante orientale del Vallone Est della Rocca in un’area nodale della città antica dove precedenti indagini avevano portato alla luce un grande complesso di edifici pubblici a carattere sacro e “civile” (un tempio e grandi magazzini pubblici per derrate alimentari) articolati su 4 terrazze digradanti e in uso tra la fine del VI e la metà del III secolo a.C.. Le nuove indagini si sono concentrate sulla terrazza inferiore, dove è stata confermata la presenza di un’area destinata al culto con un recinto e deposizioni votive circostanti del IV secolo a.C.. In quest’area sono stati messi in luce ulteriori apprestamenti cultuali, tra cui una vasca destinata a contenere liquidi ad uso rituale, pertinente ad una fase anteriore.
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