La Regione siciliana ha finanziato, con oltre mezzo milione di euro, un progetto di indagine e documentazione dei fondali marini siciliani, che si avvarrà dell'aiuto di innovativi sensori e robot, alla scoperta di nuovi siti archeologici subacquei.
L'iniziativa, d'intesa con la Soprintendenza del Mare, ha lo scopo di gettare le basi per l'istituzione di un Centro di eccellenza dell'archeologia subacquea siciliana.
L'obiettivo dell'iniziaitva è quello di valorizzare il patrimonio culturale sommerso attorno alla nostra Isola, per dare continuità al lavoro svolto dal compianto ass. Sebastiano Tusa.
Il progetto avrà la durata di circa tre mesi e interesserà i fondali di Palermo, Ustica, Isole Eolie e delle province di Catania, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani. Durante le indagini nei fondali ci si avvarrà dell'utilizzo di un drone subacqueo (Auv-Autonomous underwater vehicles), in grado di effettuare contemporaneamente scansioni con strumenti sonar incorporati, immagini video e fotografiche in maniera autonoma attraverso un percorso di navigazione. È anche previsto l'utilizzo di reti di sensori sottomarine innovative, che forniranno in tempo reale dati per la sorveglianza dei siti e il monitoraggio della conservazione dei reperti rinvenuti.
Le attività saranno gestite dalla Soprintendenza del Mare, con una squadra di archeologi subacquei, documentaristi e ricercatori. La prima fase sarà dedicata alla ricerca a campione a una profondità batimetrica da 50 a 200 m di profondità , con conseguente mappatura dei fondali.
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