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“Etna: una storia d’amore millenaria” con questo titolo si apre l’articolo dedicato alla Sicilia e, nello specifico, al nostro splendido vulcano: l’Etna.
Il noto mensile della National Geographic Society, pubblicato in tutto il mondo e tradotto in 31 lingue diverse, fu fondato nel 1888 e conta circa 50 milioni di lettori al mese. Si tratta di una delle testate più autorevoli nel settore, nata come brossura scientifica, voleva essere il mezzo principale per la diffusione e lo sviluppo delle conoscenze geografiche nel mondo. Allo stesso tempo grande rilievo veniva dato, sin dagli esordi, alla fotografia, che con il passare del tempo diventerà il tratto distintivo della pubblicazione, raccogliendo attorno a se i migliori fotografi e reporter di tutto il mondo.
La foto di copertina della rivista è spesso diventata oggetto di culto e interesse per i collezionisti (pensiamo, ad esempio, al celebre ritratto scattato da Steve McCurry che vede come protagonista la giovane Sharbat Gula) questa volta è il turno della Sicilia il cui protagonista assoluto è il “mungibeddu” o “a’ Muntagna”. Per noi siciliani non è un semplice vulcano, ma fonte di vita e, allo stesso tempo, presenza distruttiva. Ogni siciliano che si rispetti si sente improvvisamente a casa quando vede la sua sagoma in lontananza e perfino dallo spazio, negli scatti dell’astronauta Luca Parmitano, la sua forza e la sua influenza restano vive e forti.
Sin da tempo immemore il vulcano attivo più alto della Placca euroasiatica (parliamo di 3.300 metri di altezza sul livello del mare) ha esercitato una forte attrattiva nei confronti di paesaggisti, fotografi, scienziati e curiosi, che la immortalano in scatti senza tempo. I più famosi e suggestivi sono quelli che riguardano i periodi di eruzione del vulcano, che per National Geographic Magazine di agosto 2017 è stato fotografato da Alessandro Gandolfi, foto-giornalista e co-fondatore di Prallelozero Photo Agency. In copertina, infatti, possiamo ammirare una veduta notturna del vulcano che Gandolfi ha fotografato dalla prospettiva di Misterbianco, ad ovest di Catania, mentre all’interno dell’articolo troviamo immagini che raccontano la natura multiforme e mutevole del vulcano e del territorio che lo circonda.
Non è la prima volta che la nota testata dedichi una copertina alla Sicilia, ma di sicuro fa sempre piacere vedere l’interesse che il nostro territorio riesce a suscitare nel mondo.
Francesca Brancato